Cultura e Spettacoli
Martedì 17 Marzo 2009
Liliana Cosi: "La danza è nata in Italia
Ma i padri vogliono figli calciatori"
L'étoile della Scala e del Bolshoi con Stefanescu e il loro Balletto al Sociale a favore del Ghana
La serata è a sostegno della iniziativa del Rotary Club Como Baradello Regaliamo un sogno – Progetto Ghana. Liliana Cosi, fondatrice nel 1977 del gruppo di danza emiliano insieme a Marinel Stefanescu, è stata una grande stella del balletto italiano. Indimenticata interprete di tante stagioni scaligere e del teatro Bolshoi di Mosca.
Signora Cosi, quali caratteristiche differenziano la scuola di ballo russa da quella italiana?
L’origine della danza è italiana e francese. Solo in seguito, nel Settecento e nell’Ottocento, i grandi maestri italiani si sono trasferiti in Russia dove hanno gettato le basi di quest’arte. Nel Novecento, una grande coreografa russa fondò un metodo di studio molto scientifico che diede i suoi magnifici frutti. Tutti i più grandi danzatori del secolo sono debitori di questa tecnica. In realtà, dal secolo scorso a oggi, è la scuola russa che ha imperato in tutta Europa. Il metodo russo lo possiamo imparare oggi ovunque. In America, in Italia, in Inghilterra…. persino in Giappone.
La vostra scuola di danza rappresenta un vivaio di nuove promesse. Rispetto agli anni passati, oggi i maschi sono più attratti di un tempo dalla danza classica?
In Italia andiamo male! Certi pregiudizi, dopo molti, anni, non sono ancora cambiati. La maggior parte dei genitori preferirebbe fare del proprio figlio un calciatore, non certo un ballerino. C’è un’arretratezza evidente, la danza è vista come un’arte prevalentemente femminile, ma le arti non hanno sesso. Se un ballerino può apparire “effemminato” è perché lo è di suo. Non certo in quanto danza.
Da dove nasce il suo interesse per un movimento come quello dei Focolari fondato da Chiara Lubich?
Chiara propone una spiritualità a tutto tondo. Era interessata a tutte le persone, a tutte le discipline, a tutti i movimenti sociali. Alla politica, alle grandi religioni, all’economia e a tutte le forme d’arte. Il messaggio evangelico riguarda tutti, anche gli artisti. Sembrava che l’artista fosse solo genio e sregolatezza, e invece no. Per Chiara l’artista e vicino al Santo.
Quale repertorio consiglierebbe a una giovane ballerina desiderosa di far carriera, classico o contemporaneo?
Un vera scuola per la danza contemporanea non esiste. Ci si deve formare prima di tutto al balletto classico per poi, eventualmente, scegliere il repertorio che si predilige. Moderno, contemporaneo, jazz … le basi sono sempre quelle. Il repertorio classico ti consente di padroneggiare ogni tipo di stile. Se si è veramente bravi, non è difficile emergere in qualunque genere di repertorio. Non è affatto semplice trovare dei bravi ballerini. Per questo chi è veramente portato per la danza troverà sempre modo di farsi largo.
Quali fra le molte corografie da lei danzate ricorda con particolare affetto e nostalgia?
Sicuramente il mio debutto al Bolshoi nel Lago dei cigni. Avevo ventitré anni e mai mi sarei immaginata un successo simile. Il doppio ruolo della protagonista Odette-Odile, così complesso e sfaccettato, offre molteplici possibilità interpretative.
Lei ha spesso ballato al fianco di Rudolf Nureyev. È vero che aveva un carattere impossibile e litigioso?
Sul lavoro è sempre stato correttissimo, un partner perfetto. Nella vita privata avrà avuto le sue debolezze, ma con me, sul palcoscenico e durante le prove si è sempre comportato d’amico.
Giancarlo Arnaboldi
© RIPRODUZIONE RISERVATA