Brambilla: <Ho vinto la mia sfida
con il Faust (e il destino)>

Sabato 2 agosto al Licinium di Erba va in scena l'ultima recita del capolavoro di Goethe

È arrivato il momento dell’ultima recita per il <Faust> di Goethe, l’allestimento messo in scena per la stagione 2008, al teatro Licinium di Erba, dall’Accademia dei Licini. Sabato 2 agosto (in caso di maltempo domenica 3), alle 21.30, per l’ultima volta il composito cast di attori, professionisti e non, metterà in scena lo spettacolo che il regista Gianlorenzo Brambilla ha tratto dal capolavoro di Goethe. Proprio con Brambilla, che, quest’anno, a causa del brutto incidente motociclistico che ha coinvolto l’attore Enrico Bertorelli, ha dovuto sostenere sul palco, per tutte le repliche, anche l’impegnativo ruolo di Mefistofele, parliamo di questa stagione importante per tanti anniversari e per la portata dello spettacolo scelto.
Brambilla, alla vigilia della chiusura, tracciamo un bilancio di questa avventura teatrale per il 2008…
Mi pare di poter dire che tutto è andato molto bene, nonostante le difficoltà incontrate. Prima la scomparsa di Isabella Molteni, poi il maltempo di giugno che ci ha costretti a montare lo spettacolo in soli quindici giorni, da ultimo, l’incidente di Bertorelli, la sera dell’anteprima, che ci ha privati di un interprete fondamentale e ha costretto me a supplire nel ruolo forse più impegnativo. Tanti problemi ma la soddisfazione di uno spettacolo che ha ottenuto buoni riscontri di critica e la presenza di un pubblico foltissimo, pressoché sempre da tutto esaurito.
Mettere in scena un testo come «Faust» era una bella sfida artistica. Com’è andata?
Anche in questo senso, penso di poter dire che il bilancio è positivo. Abbiamo accettato di scommettere e di proporre un lavoro di ampio respiro, con lo scopo di non tradire l’autore ma di trasmettere, pur con la dovuta sintesi e l’adattamento scenico, lo spirito di Goethe. Si è cercato di farlo con tutti i mezzi disponibili. Dal linguaggio teatrale puro alla multimedialità, strumento contemporaneo che mi ha permesso di rendere in modo agevole, contenuti filosofici e teologici altrimenti difficili da far passare.
L’uso di immagini multimediali si inseriva agevolmente nella cornice, già di per sé spettacolare, del teatro all’aperto
Sì, tutte le prerogative offerte dal Licinium sono state sfruttate. Per esempio, la scelta, apparentemente disorientante ma poi apprezzata da tutti, di utilizzare in simultanea i tre palcoscenici e di disporre la platea in modo che lo spettatore potesse guardare in tutte le direzioni. L’elemento multimediale poi ha aggiunto spettacolarità anche se non l’abbiamo usato solo per questo ma con un preciso scopo comunicativo. Credo che il pubblico abbia potuto gustare i tanti spunti che lo spettacolo offriva: dalla spettacolarità ai riferimenti più colti e specifici alla classicità.
Per lei un doppio ruolo, da regista a Mefistofele...
Una mazzata micidiale, davvero, sia per lo spavento legato all’incidente di Enrico, sia per il ruolo arduo che ho dovuto interpretare, con l’ausilio del copione. Per fortuna, l’essere attore prima che regista, mi ha aiutato. Ringrazio anche il pubblico che ha sempre dimostrato affetto e partecipazione.
E per il prossimo anno?
È difficile parlare ora di progetti. Dopo la morte di Isabella Molteni, l’Accademia dovrà trovare il suo “erede” e da lì si potrà pensare al futuro. Nei piani triennali, questo sarebbe dovuto essere l’anno della tragedia greca. Vedremo cosa succederà.

Sara Cerrato

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