Canottieri con sangue blu
Lo dice la storia d'Italia

Nel 1941 il sodalizio comasco ottenne il titolo "reale", che però restò lettera morta. Ora il documento è riemerso dagli archivi e i soci vogliono fregiarsene

Ogni tanto fa bene rovistare in soffitta. Può sempre saltar fuori qualche carta interessante. Come nel caso di un pezzo di storia della Canottieri Lario, una delle società sportive più antiche della nostra città, che per la sua tradizionale eterogeneità di ceti e condizioni sociali, è sempre stata considerata la “seconda casa” dei comaschi. Ebbene, la denominazione esatta dell’ultracentenario (117 anni di vita) sodalizio remiero di Viale Puecher, è Reale Società Canottieri Lario «Giuseppe Sinigaglia».
In sostanza la particolarità, rispetto alla denominazione che appare sulla facciata della sede, sta in quel «Reale», di cui nessun’altra società remiera (e forse anche di altri sport) in Lombardia può fregiarsi. Anzi in Italia sono solo sei le canottieri storiche con tale riconoscimento, delle quali la Lario è la quarta in ordine di anzianità, dopo Torino, Roma, Venezia e prima di Napoli. Il titolo di “reale” fu attribuito con decreto numero 3172 in data 21 luglio 1941 del Ministero della Casa di S.M. il Re e Imperatore, a seguito di apposita richiesta inoltrata dall’allora presidente Ferdinando Lanfranconi, in occasione del Cinquantesimo di fondazione della società. Le credenziali c’erano tutte per poter avere quello che ai tempi della monarchia sabauda era considerato il massimo riconoscimento dei meriti sportivi. Poche società, infatti, potevano presentare in quegli anni un palmares tanto ricco di successi: un campionato del mondo, cinque campionati europei e 42 titoli italiani. Nel primo decennio del ‘900, Teodoro Mariani divenne il campione europeo per eccellenza. Non solo.
La figura di Giuseppe Sinigaglia, eroe caduto sul Carso nella Grande Guerra, ancora a distanza di anni impersonava magistralmente l’orgoglio italico, essendo stato il primo italiano nella storia dello sport a battere gli inglesi a casa loro. Sinigaglia, infatti, vinse il campionato del mondo sul Tamigi il 4 luglio 1914, battendo il britannico Stuard e fu premiato dalla stessa regina d’Inghilterra. Dopo Sinigaglia, la fama della Lario crebbe con grandi campioni come Sandro De Col, Michelangelo Bernasconi, Enrico Mariani. "Storico decreto". Il presidente Ferdinando Lanfranconi, che era stato anche preside della Provincia di Como dal 1929 al 1937, colse dunque l’occasione del Cinquantesimo per mandare a Roma la domanda di patrocinio, con allegato un bagaglio davvero pesante di successi. Ricevuto il patronato reale, in società si predispose il nuovo statuto, che all’articolo 1 riportava l’assunzione della nuova denominazione: «Reale Società Canottieri Lario Giuseppe Sinigaglia» col motto (che appare tuttora sulla facciata) «Parant Fortia Pectora Remi». Il 21 luglio il decreto reale e il 10 agosto 1941 la cerimonia nella sede in viale Costanzo Ciano n.6 (attuale viale Puecher). Nell’occasione, il giornale "La Provincia" titolava: «Oggi si celebra con modesta cerimonia, data l’ora storica che la Patria attraversa, il cinquantenario della Reale Società Canottieri Lario». "I soci mobilitati". Dopo la messa nella chiesa arcipretale di Sant’Agostino e la cerimonia al cimitero monumentale in omaggio ai caduti, in sede si svolse il rito del mare e il discorso del presidente del Coni provinciale, ing. Aurelio Moro. Poi, però, inspiegabilmente, il nuovo statuto rimase lettera morta ed è tuttora ingiallito in soffitta per l’usura degli anni, senza data. Probabilmente il precipitare degli eventi bellici non permise di dare seguito all’approvazione. Adesso, però, a distanza di 67 anni dalla ”augusta nomina”, la questione ritorna attuale in chiave prettamente storica. Perché, in occasione delle celebrazioni dei 120 anni della Federazione Italiana Canottaggio, verrà pubblicato un libro nel quale la Canottieri Lario sarà protagonista con il suo generoso contributo di campioni. Quindi, perché dimenticare un titolo onorifico dato da uno Stato sovrano, che, al di là delle vicende politiche, fa parte integrante della storia del sodalizio? «Proporrò al consiglio direttivo – assicura il presidente Enzo Molteni – di indire al più presto un’assemblea straordinaria dei soci per modificare lo statuto, inserendo nella denominazione sociale il titolo “reale” , che pochissime società possono vantare e che la Lario possiede di diritto. Sgombrando il campo da qualsiasi implicazione nostalgica o politica, si tratta semplicemente di recuperare una parte della nostra storia, inspiegabilmente ignorata per tanti anni. Al riguardo confido sull’appoggio del mondo culturale e delle istituzioni comasche».
Un segno di assenso è già comunque arrivato. «Il titolo di reale è stato acquisito per volontà di un governo legittimo – commenta il vice sindaco e assessore allo sport Paolo Mascetti – quindi non lo si può né ignorare né rifiutare. Anzi va messo in evidenza come motivo di vanto non solo per la nostra canottieri, ma per la città di Como, che nel segno della continuità, è sempre stata riconosciuta ai vertici dello sport».

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