“Doc Grumello”
accende lo schermo

Il Lake Como Film Festival torna in due fasi: la prima dal 10 al 19 luglio con quattro documentari “tra urbano e umano”

Nella sua vita il Lake Como Film Festivalha conosciuto diverse trasformazioni. È nato nel 2013 come manifestazione che alternava un ciclo di proiezioni in uno spazio di ampio respiro come quello dell’Arena del Teatro Sociale, alla riscoperta di location dove il cinema non era mai arrivato.

Si è mutato, tre anni fa, in una “Lake Como film night” che poteva essere il canto del cigno, invece l’eccezionale risposta di pubblico a quell’evento a Villa Erba ha convinto gli organizzatori a proseguire per quella strada creando le “Lake Como film nights” (il plurale fa tutta la differenza) e anche quest’anno non avrebbe dovuto essere da meno, sempre tenendo al centro della sua attenzione il paesaggio, caratteristica fondante di questa manifestazione in tutte le sue declinazioni. Poi, è quasi inutile specificarlo, è stato proiettato un solo film per tutti: “Coronavirus, il virus letale” e tutto si è fermato.

Ma non per sempre e proprio grazie al suo spirito mutevole anche questa manifestazione ha saputo fare di necessità virtù e ora promette, oltre a una settimana di eventi sempre a Villa Erba, dal 24 al 31 luglio, anche quattro proiezioni a Villa del Grumello, dalla prossima settimana, il 10, 12, 17 e 19 luglio. Questo ciclo si intitola “Doc Grumello – Tra umano e urbano” e proporrà «quattro film documentari che esplorano i contesti urbani, il rapporto con gli elementi naturali e gli elementi umani».

E si parte – diversamente non potrebbe essere – dal lockdown: “#realwindows | un mondo sospeso” è il film collettivo che raccoglie i video realizzati nel periodo di quarantena. A seguire “Moriyama-San” di Bêka & Lemoine, dedicato a una delle più caratteristiche architetture nipponiche e al suo inquilino. Il 12 la meraviglia di “The great green wall” con cui Jared P. Scott ci mostra proprio quella, la “grande muraglia verde”, fatta di alberi che corrono da Dakar a Gibuti, un monumento naturale per combattere la siccità, la desertificazione e i cambiamenti climatici. Il 17 sarà l’italiano Andrea Segre a presentare “Il pianeta in mare”, un titolo che ricorda da vicino quello di una popolare trasmissione televisiva (“Pianeta mare”), ma che ci conduce, invece, nel “cuore meccanico della Laguna”, il comparto industriale di Marghera. Il 19 Carlos Saura, uno dei più importanti cineasti spagnoli, rende omaggio a “Renzo Piano – L’architetto della luce”, incentrato sulla costruzione del Centro Botín per le Arti e la Cultura, dalla posa delle sue fondamenta fino all’inaugurazione dell’edificio, che sorge nella baia di Santander, nel nord della Spagna.

Nelle serate saranno presentati anche i progetti digitali “Il mondo sospeso”, che raccoglie i video realizzati nel lockdown, e “L’atlante cinematografico”, una mappa digitale del sito web del Festival che ordina i film partendo dal luogo che raccontano. Tutti gli spettacoli sono a ingresso libero, ma con prenotazione obbligatoria. Sarà possibile prenotare un massimo di due biglietti per proiezione. In caso di pioggia gli eventi sono annullati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA