Flavio Caroli: <Qui il popolo
apprendeva il vangelo>

Lo storico del'arte spiega il significato degli affreschi del Cinquecento

<Gli affreschi sono una vera e propria testimonianza della cultura religiosa del Cinquecento nel nord Italia. All’epoca, infatti, erano l’unico modo per raccontare il Vangelo alla gente». Flavio Caroli, docente di Storia dell’Arte Moderna allo Iulm e presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, conferma l’elevato valore delle immagini dipinte sulle pareti delle Chiese del XVI secolo, tra cui anche la Cappellina di San Rocco a Palanzo, frazione di Faggeto Lario, che verrà restaurata proprio nelle prossime settimane.
Professor Caroli, dunque gli affreschi nei luoghi religiosi dei paesi sono un segno distintivo dell’epoca...
Sì, nel Cinquecento si trattava di una tendenza diffusa a livello nazionale, soprattutto in quella che oggi identifichiamo come l’Italia del nord. La testimonianza più importante e famosa è fornita dal Santuario del Sacro Monte di Varallo.
Cosa significavano allora quei dipinti per la gente del luogo?
All’epoca erano importantissimi, erano un po’ quello che oggi sono i film. Nel Cinquecento, come è noto, non esisteva il cinema e non tutti sapevano leggere, dunque le immagini diventavano l’unica via per diffondere la cultura religiosa.
Come mai parla di «tendenza tipica dell’Italia del nord»?
Perché all’epoca il concetto di fede popolare era legato soprattutto alle zone dell’Italia settentrionale. Ciò non toglie che anche al sud esistano testimonianze molto importanti di cultura religiosa, trasformate in immagini da artisti in molti casi sconosciuti al grande pubblico.

Marco Castelli

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