Fred & La Provincia
cronaca di uno show

Il cantante registrò alla Rai di corso Sempione, nel '59, uno spettacolo. Interpretò il brano "Teresa non sparare" sfogliando il nostro quotidiano. Un reporter ha ricostruito cosa accadde quel giorno, raccogliendo le testimonianze di chi ha conosciuto il mitico Fred

Fred Buscaglione lettore de «La Provincia»: le immagini di questa pagina, conservate nelle Teche Rai, sono state ritrovate dal collaboratore Christian Galimberti, che è riuscito a ricostruirne la storia, attraverso numerose testimonianze.


di Christian Galimberti

La chicca d’annata appare nelle immagini in bianco e nero della Rai, quando la televisione attraversava l’era del neolitico. Millenovecentocinquantanove. In tivù c’è Fred Buscaglione. Un mito dal whisky facile – con contorno di baffetti alla Clark Gable e tanto jazz all’italiana – che squarcia il piccolo schermo. Sorride, applaude e snocciola due frasi. «Allora, partiamo con "Teresa non sparare". Cronaca quasi gialla, riveduta e corretta». Ed ecco che a "Serata di gala per Fred Buscaglione" va in scena un mistero tutto lariano. In qualche modo c’è di mezzo Como. Perché è proprio "La Provincia", diffusa nell’etere di ormai cinquant’anni fa, quel quotidiano che un finto strillone agita ai quattro venti. Fred si avvicina all’attore e porge un nichelino in cambio di una copia. Poi smozzica un mezzo sorriso, mentre attacca la sceneggiatura noir del paroliere Leo Chiosso, su una falsariga in stile cronaca. «La casalinga Teresa U. accortasi che il marito Properzio H. la tradiva con una certa amica Veronica F. lo accoglieva al suo rientro con il fucile spianato minacciandolo di morte....». Fred diventa serio. E la testa sprofonda nel giornale.
L’unica impronta digitale di quel pezzo di Como, a disposizione degli «investigatori» di oggi, è quel titolo da terza pagina visibile grazie a uno zoom: «Settecento musicale minore». Per il resto, l’indagine è dura. Le fonti sono scarsissime. Alla biblioteca di piazzetta Lucati, a Como, il 1959 de "La Provincia" non è disponibile per la consultazione: le pagine rischiano di frantumarsi solo a girarle. Si può provare a inquadrare il periodo. L’anno è certamente il 1959. E, da come si può dedurre dalle biografie su Buscaglione, siamo molto probabilmente in autunno. A Roma, alle teche Rai, la data non è stata indicizzata. Dicono che "Serata di Gala", in compenso, ha avuto anche altri ospiti: il Quartetto Cetra e Renato Carosone. C’era sempre la stessa squadra: Giancarlo Boneschi, Mario Consiglio, Gianni Villa. Gisa Gert alle coreografie. E infatti la "Teresa non sparare" dello spettacolo con Fred e il giornale viene rappresentata proprio da un suo balletto. Alla regia c’è Eros Macchi: ha un fratello di nome Giulio, nato a Cantù nel 1918. Che a fine Anni Cinquanta lavora in Rai, sempre come regista. Possibile che il giornale arrivi da lì? Chissà.
«Ma la famiglia Macchi – dice lo storico locale Giancarlo Montorfano – forse a Cantù era soltanto di passaggio». Sono da considerarsi milanesi, più che altro. Come gran parte dello staff: Milano sembra essere la location quasi certa di quella sera. «A quell’epoca circa il 70% della produzione Rai si svolgeva in corso Sempione – spiega Renzo Salvi, dirigente e capoprogetto di Rai Educational – Probabilmente il giornale è di qualcuno che lavorava nella sede lombarda. Possibile che qualcuno abbia chiesto alla svelta un quotidiano a pochi minuti dall’inizio del balletto, e che qualche comasco l’abbia gentilmente messo a disposizione».
Il tempo si è portato via molti testimoni dell’epoca, come spiega Massimo Scaglione, all’epoca assistente nello studio di Torino.
«La Gert lavorava con mia moglie ed è morta diversi anni fa. Non ho la minima idea di come mai "La Provincia" fosse tra le mani di Fred – racconta oggi – io e Buscaglione ci siamo incontrati in altre occasioni. Di lui mi ricordo la sua timidezza, quel suo parlare quasi sottovoce quando non vestiva i panni del duro». E a interrogare gli Asternovas, l’orchestra che accompagnava Buscaglione nelle sue esibizioni, si ottiene una valanga di aneddoti. Ma, di quella serata d’autunno, nessuno ricorda nulla. I musicisti di Fred, ora attorno agli ottant’anni, hanno in genere una buona memoria.
«Nel ’59 abbiamo suonato ovunque – ricorda il sassofonista Giorgio Giacosa – di sicuro alla Rai di Milano abbiamo lanciato «Guarda che luna», sempre in autunno. Suonata «a brucio» dopo una lettura veloce di spartito». Parla di dixieland e scava nei ricordi anche Ulderico «Dedy» Rovero, batterista. «Quella sera penso che Fred fosse senza Asternovas. Se siamo stati a Como o provincia a suonare? Penso proprio di no». Infine, il pianista Dino Arrigotti. «Mi ricordo, semmai, quando non volevano farci suonare al casinò di San Marino e siamo rimasti fuori. Ma quell’episodio del giornale e del balletto proprio non me lo ricordo». Forse Buscaglione si è tenuto per sé il piccolo segreto che lo lega a "La Provincia".
Chissà che cosa sta leggendo, adesso che qualcuno se lo immagina da qualche parte, nel cielo dei bars. «Felici tutti cantano / pur se il jazz non lo capiscono / e non sanno cos’è il whisky / né il suono del juke box».

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