Giovanni da Milano, un comasco
fra Giotto e il gotico

All'Accademia di Firenza una mostra sul pittore di Caversaccio
originale protagonista della scena toscana del Trecento

Una mostra in corso alla Galleria dell’Accademia di Firenze scopre la figura di Giovanni da Milano, pittore comasco protagonista della scena fiorentina e toscana alla metà del Trecento. Si conosce ancora molto poco della vicenda di questo artista inquieto e girovago che seppe coniugare al meglio la straordinaria lezione di Giotto con le influenze transalpine del gotico. La mostra <Giovanni da Milano. Capolavori del gotico tra Lombardia e Toscana>, aperta fino al 2 novembre, a cura di Daniela Parenti è la prima monografica dedicata al pittore comasco. Nell’esposizione alla Galleria dell’Accademia, parallela a <L’eredità di Giotto> agli Uffizi, vi sono piccole tavole e maestosi polittici, come quello realizzato per l’altare maggiore di Ognissanti a Firenze, pezzi importanti da tutto il mondo, come la "Madonna con bambino e devoti" giunto dal Metropolitan Museum di New York, oltre ad esempi del gotico fra Lombardia e Toscana fra cui dipinti di Giusto dè Menabuoi, la tenerissima "Madonna col Bambino" dello scultore Bonino da Campione e probabilmente il primo "Libro d’ore" realizzato in Lombardia da Giovanni di Benedetto da Como intorno al 1375-1380 per Bianca di Savoia.
Alcune delle opere esposte di Giovanni da Milano sono autentici capolavori ricomposti per l’occasione. Parliamo dei  tre polittici: da quello di Pisa con la Vergine Annunciata, diviso tra il Museo Nazionale di San Matteo, il Museo di Willamstown in Massachusetts e il Louvre di Parigi, a quello realizzato per la chiesa fiorentina di Ognissanti, conservato in parte agli Uffizi, fino a quello con al centro il Cristo giudice e gli angeli oranti, spezzato fra la Pinacoteca di Brera, la galleria Sabauda, la National Gallery e una collezione privata. Torniamo alla vita errabonda di Giovanni da Milano per anni al centro degli studi di Mina Gregori, autorevole storica dell’arte. Un elenco del 1346 dell’Arte dei Medici e degli Speziali di Firenze svela il territorio di provenienza del pittore straniero "Johannes Jacobi de Commo" e la citazione di "Johannes pictor de Kaverzaio"  in un altro documento del 1365, riferito agli affreschi nella cappella nella sagrestia di Santa Croce, precisa che Giovanni nacque a Caversaccio, nel comune di Valmorea, probabilmente intorno al 1320-1325. Il pittore attivo in Toscana denota una formazione lombarda. «Giovanni da Milano viene dalla scuola comasca- spiega Mina Gregori- poi si deve essere ulteriormente istruito con pittori giotteschi che lavoravano a Milano alla corte di Azzone Visconti. I caratteri della sua pittura dichiarano una cultura originaria diversa da quella toscana perché profondamente radicata al mondo gotico per la diversa concezione della figura umana, per le attenzioni realistiche ed epidermiche e per la peculiare dolcezza delle notazioni espressive». È un artista molto singolare che deve avere viaggiato molto. Probabilmente non aveva una bottega in un centro ed ha vissuto a Siena e a Pisa. Forse è andato ad Avignone quando c’erano i grandi senesi. Insomma è un pittore che ha fatto delle esperienze vaste e di grandissimo livello. «Del suo periodo ad Avignone- nota Mina Gregori - non si sa nulla. Lo ipotizziamo per via di certe somiglianze dedotte da elementi di gotico raffinato». Le notizie biografiche su Giovanni da Milano sono frammentarie. Nel 1346 era a Firenze, forse per studiare e perfezionarsi, ma poi sparisce e negli anni ‘60 risulta ancora come proprietario di beni nella medesima città.

Stefania Briccola

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