Herlitzka: "Edipo vecchio puparo
in un monologo le solitudini umane"

Il grande attore in scena il 19 novembre a Campione d'italia

Il classico riletto in chiave contemporanea arriva sul palco dell’auditorium Monsignor Baraggia di Campione d’Italia. il 19 novembre, per un altro appuntamento imperdibile della stagione di prosa, la sala ospiterà, alle 21, il monologo Edipo a Colono, una riscrittura contemporanea del testo di Sofocle, realizzata da Ruggero Cappuccio su misura per un grande attore: Roberto Herlitzka.
Con l’interprete, nome blasonato delle scene italiane, ma anche notevole attore cinematografico in film diretti da grandi registi come Bellocchio, Wertmuller, Comencini, Mikalkov, Faenza, parliamo di questo importante monologo che lo vedrà impegnato nell’enclave e che gli ha fruttato anche il prestigioso Premio Olimpionico 2008.
Herlitzka, da dove è partita e a quali mete è arrivata l’indagine che avete intrapreso con questo «Edipo a Colono»?
Il progetto ha preso forma nella mente di Cappuccio che non ha proposto una lettura filologica, ma una vera e propria riscrittura dell’opera di Sofocle. Un testo originale e in un certo senso, nuovo, soprattutto nel linguaggio che presenta un tessuto in italiano con venature siculo – napoletane.
Perché questa scelta?
L’idea era quella di ricreare un linguaggio dal sapore arcaico, con sonorità linguistiche più vicine all’idioma originale. Inizialmente, quando mi fu proposto questo progetto, ero perplesso. Non vedevo la necessità di riscrivere un testo già completo e perfetto nella sua forma originale. Poi ho letteralmente sposato il testo, innamorandomene e interpretandolo con grande intensità.
Sulla scena Edipo è solo, circondato da “fantasmi”…
Qualche anno fa, avevamo messo in scena lo spettacolo con la regia di Antonio Calenda e un cast molto ricco. C’era anche Piera Degli Esposti nel ruolo di Antigone. Questa volta invece Cappuccio lo ha voluto riproporre solo per me, in un monologo. Edipo dunque è immaginato come un vecchio puparo che sta sulla scena circondato da tanti burattini, che rappresentano Laio, Giocasta, Antigone, Ismene, Eteocle, Polinice, Creonte, ovvero tanti “fantasmi” che stanno dentro e fuori il protagonista. Si accentua quindi la dimensione di solitudine che è primaria in questo testo.
Da attore, come ha affrontato questo personaggio straordinario?
Ho cercato di avvicinarmi ad una realtà lontanissima. Non sono Edipo, non sono siciliano né tantomeno un puparo. Quindi non avevo molto in comune con questa figura. Ho lavorato per emulazione, cercando di creare un vecchio popolano siciliano con tutta la nobiltà solenne e arcaica che un personaggio del genere può esprimere.
L’ha aiutata la sua vasta esperienza di attore e le prove che ha affrontato, calandosi in tanti personaggi incontrati in passato?
Certamente. Ogni cosa che si fa arricchisce ciò che si farà e a questo Edipo sono arrivato attraverso tante altre figure interpretate spettacolo dopo spettacolo.
A proposito di personaggi. Quale ama di più e quale invece è per lei lontano e “antipatico”?
Il più vicino, quello che sento mio è senza dubbio Amleto che propongo ancora oggi in un monologo che chiamo Ex Amleto. È quasi una persona in carne ed ossa, uno che tutti potremmo aver conosciuto. Il più distante forse è Iago, anche se, a ben vedere, qualche elemento di umanità c’è, anche in lui.
Tra cinema e teatro?
Amo il cinema ma gli antepongo sempre il teatro, che affonda le sue radici nella letteratura e invita al fantasticare.
Sara Cerrato
"Edipo a Colono", Campione, auditorium Baraggia, 19 novembre alle 21. Biglietti a 12,50. Info: 004191/ 6495051.

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