I giovani della Scala al Sociale

Stasera il concerto dell'Ensemble da camera dell'Accademia milanese

Sarà il direttore d’orchestra Giorgio Bernasconi a dirigere mercoledì 17 gennaio alle 21 al Teatro Sociale di Como l’Ensemble da camera dell’Accademia della Scala di Milano nel concerto organizzato e sponsorizzato da Spm la Provincia e CariParma. I venti giovani orchestrali interpreteranno il <Prélude à l’aprés-midi d’un faune> di Claude Debussy, <Kammermusik n.1 op.21> di Paul Hindemith e <El amor brujo di> Manuel de Falla insieme alla voce solista di Anita Raveli e alle voci recitanti di Claudio Moneta e Daniela Fabello nell’ambito delle iniziative di diffusione e promozione culturale di quella vera e propria vera università dello spettacolo che è l’Accademia scaligera. Il maestro Bernasconi, ticinese e docente al Conservatorio di Lugano oltre che responsabile di programmazione di musica del Novecento per ReteDue della Radiotelevisione della Svizzera Italiana, per il secondo anno ha avuto l’incarico dall’ Accademia del Teatro alla Scala di guidare il corso del dipartimento musicale legato alla musica del secolo appena trascorso riguardante il perfezionamento per ensemble da camera sul repertorio del XX secolo.
Qual è il senso del programma che verrà proposto stasera?
«Si tratta di un percorso particolarmente interessante sui nazionalismi. Ogni brano ha un’attrattiva particolare: di Debussy presenteremo la trascrizione - fatta dagli allievi di Schonberg per divulgare la musica dell’epoca - di quello che, di fatto, è un brano che apre al Novecento con la propria libertà assoluta degli schemi costruttivi. Quello di Hindemith è un brano particolare, provocatorio, interessante, eclettico fra citazioni jazz, di fox trot e neo oggettivismo; pezzo forte del programma sarà però De Falla, eseguito nella versione originale rappresentativa del 1915 in un atto e due quadri con la presenza di una “cantatrice”».
L’Accademia della Scala è nata per rendere autonoma la Direzione Scuole, Formazione e Sviluppo del Teatro e prepara ogni anno più di quattrocento nuovi talenti. Qual è il loro rapporto con la musica del Novecento?
«È un’occasione di creatività con ottimi risultati intellettuali. Far conoscere la musica cosiddetta “moderna” è sempre un’esperienza positiva e interessante, anche perchè rafforza l’idea che non ci si trova di fronte a qualcosa di difficilmente comprensibile, bensì assolutamente godibile».
Giorgio Bernasconi, studi al Conservatorio G. Verdi di Milano e presso la Hochschule für Musik di Friburgo in Germania, ha collaborato con la grande cantante Cathy Berberian; è stato direttore principale dell’Ensemble Contrechamps di Ginevra e ha effettuato tournées in Giappone, Russia, Cina e America del Nord. Dal 1999, presso il Conservatorio della Svizzera italiana, è responsabile artistico e musicale, della rassegna <Novecento e presente> di sua ideazione, e titolare dell’insegnamento della direzione d’orchestra per il repertorio contemporaneo. Con il programma del concerto comasco Spm intende approfondire la promozione della cultura e della formazione giovanile.

Stefano Lamon

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