Il terzo racconto d'agosto
Amore in breve/7

Rufino, non era un assassino, piuttosto Dafne che "ha ucciso la mia disperazione e rubato il mio cuore"

Al calar della sera, Rufino si avvicinò circospetto al luogo dell’appuntamento.
Perlustrò con la massima attenzione tutto il quartiere, in cerca di poliziotti camuffati da passanti e di ogni altra presenza sospetta.
Il quartiere sembrava tranquillo. Le strade erano pressoché deserte: incontrò soltanto qualche pensionato impegnato a concedere al cagnolino di casa la passeggiata serale.
Per sicurezza, completò un secondo giro di perlustrazione e quindi si portò all’altezza del civico 17 di via ai Quadri.
Una figura femminile era in attesa davanti al portone.
Rufino Nosvelli riconobbe subito Dafne Cavalli-Cortesi.
La affiancò stringendola per un braccio. La ragazza sussultò.
«Dove sono?», la interrogò Rufino.
«Di chi parla?»
«Poliziotti. O forse degli agenti segreti. Magari anche alcuni reparti dell’Esercito. Avrà certo tenuto conto del fatto che per fermare un criminale del mio stampo ci vorrà ben più di un vigile urbano».
«Sono sola», sussurrò Dafne.
«E perché mai?»
«Non credo più che lei sia un assassino».
La voce della ragazza, il suo sguardo dolce e remissivo, il profumo che l’avvolgeva con la delicatezza di una nuvola: tutto contribuì perché Rufino si convincesse che diceva la verità.
«Ma allora come mai, anche ieri, quel titolo sul giornale?»
«Non sono stata io! Il caporedattore, quello che ha incontrato l’altra sera in redazione, ha deciso che la notizia doveva essere sfruttata fino in fondo. Ho protestato, ho fatto presente che ero caduta in un equivoco, ma non ha voluto ascoltarmi. Ho potuto solo inserire la breve fasulla che ha letto, sperando di attirare la sua attenzione. Io, al giornale, conto meno di niente».
Rufino sapeva bene cosa significasse contare meno di niente. Se c’era un professionista nel contare meno di niente, quello era lui.
«Non mi importa del caporedattore», disse. «Voglio sapere perché si è convinta che non sono un mostro».
«Perché scrive brevi di cronaca».
L’affermazione, per quanto bizzarra, sembrò a Rufino perfettamente ragionevole.
«Quando l’ho vista in redazione - continuò Dafne - ho pensato subito che ci fosse qualcosa di strano: il suo non era più il volto contorto del misterioso killer. Così ho voluto approfondire. Ho chiamato l’addetto alla sala civica, gli ho mostrato il ritratto pubblicato da La Squilla e lui subito ha rilevato la somiglianza con l’uomo che aveva affittato la sala. Allora ho visitato la ditta che fornisce i buffet e da loro ho avuto la conferma definitiva. Mi hanno anche riferito che per l’occasione aveva ordinato una torta...»
«... alla crema di lamponi», completò Rufino.
«Potrà mai perdonarmi?», esclamò Dafne. «Al pensiero che le ho rovinato la vita vorrei buttarmi nel fiume».
«Non lo faccia!», le intimò Rufino. Nel caso, si sarebbe sentito in dovere di salvarla ma aveva seri problemi di galleggiamento. In una gara di nuoto con un mattone sarebbe arrivato secondo.
«Non ci pensi neppure», aggiunse. «Troveremo una soluzione. Piuttosto, mi racconti di lei».
Un’ombra di afflizione passò sul bel volto di Dafne. «Da due anni - disse - scrivo brevi di cronaca per La Squilla. Conosco ogni associazione in città, ogni sodalizio. Per questo l’Associazione Liberi Tutti mi aveva colpito: non l’avevo mai sentita nominare. Volevo controllare di persona e per questa ragione sono andata alla sala civica...»
«Sono contento che l’abbia fatto».
«Possibile? Dopo tante brevi, pensavo di poter finalmente scrivere qualcosa di importante, una notizia da prima pagina, e invece sono riuscita soltanto a sconvolgere la vita di un innocente. Ora tutti credono che lei sia un pericoloso criminale...»
«Forse è meglio così», sorrise Rufino. «Anch’io non ne posso più di brevi di cronaca. Basta con l’Associazione Scacchisti Anarchici...»
«E il Circolo Golfisti Freddolosi...», rise Dafne.
«E la Federazione Nazionale Sport del Fischio...»
«E la Fondazione Astronomi Miopi...»
«E il Club Ammiratori degli Orologi a Cucù...»
«E il Movimento per la Salvaguardia delle Parole che cominciano per H...»
I due, nel corso della conversazione, si erano avvicinati l’uno all’altra e, quasi senza accorgersene, finirono per trovarsi abbracciati.
Rufino sollevò con gesto gentile il mento di Dafne e si specchiò nei suoi profondi occhi azzurri. Vide riflesso il volto di un uomo volitivo, un uomo che sapeva ciò che voleva.
«Dafne - disse - l’assassina è lei. Assassina e ladra: ha ucciso la mia disperazione e rubato il mio cuore. Vorrebbe...»
Il sì di Dafne fu un bacio appassionato.

* * *

E così (concluse il signor Bargilli), Rufino Nosvelli, con una dichiarazione d’amore ben più corta di cinque righe, conquistò il cuore di Dafne Cavalli-Cortesi.
Passarono poche settimane e una curiosa breve di cronaca comparve sia ne La Nostra Voce sia ne La Squilla:

"L’Associazione per la Soppressione degli Equivoci e l’Associazione Liberi Tutti annunciano la propria fusione. L’operazione  avverrà nel corso di un’assemblea perpetua a cominciare da sabato alle 12 nella Cattedrale. Data l’importanza dell’ordine del giorno, si prega di partecipare numerosi, felici e muniti di riso".

Mario Schiani

(7 - fine)

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