La "maestra" Rossana Casale:
<Impossibile insegnare a cantare>

L'artista, docente alla Summer School of Performing Arts di Minoprio
<Inutile l'approccio tecnico. In tv? Quella non è scuola, è spettacolo>

<+G_DATA>vertemate con minoprio<+G_TONDO> Si è conclusa ieri alla Fondazione Minoprio la <+G_CORSIVO>Summer School Performing Arts<+G_TONDO>, un progetto educativo ed artistico voluto da Regione Lombardia per i ragazzi dai 15 ai 19 anni. Gli iscritti, in una intensa settimana di attività, hanno affrontato un approfondito lavoro creativo, prendendo spunto da  un brano del capitolo XVII de <+G_CORSIVO>I Promessi Sposi<+G_TONDO> di Alessandro Manzoni. Lungi dall’essere un’esperienza scolastica nel senso tradizionale del termine, la scuola estiva ha permesso ai partecipanti di cimentarsi con musica, canto, scrittura, teatro, senza dimenticare  pittura, fotografia, danza, cinema.
Merito soprattutto dei docenti d’eccezione chiamati a gestire il corso: Angelo Branduardi, Michele Abbondanza, Marcello Chiarenza e Rossana Casale (nella foto), bionda e raffinata autrice e cantante che da anni, dopo il grande successo di qualche tempo fa, ha intrapreso la strada del jazz e delle prove più ardue e intense, senza perdere il pubblico più fedele e amante delle sonorità ricercate. A Rossana Casale abbiamo chiesto qualche retroscena sul corso che si è tenuto a Vertemate.
<+G_DOMANDA>Signora Casale che tipo di insegnamento offre ai partecipanti alla «Summer School Performing Arts»?<+G_TONDO>Mi sono trovata molto in sintonia con gli obiettivi di questa scuola perché anche io credo che ogni persona abbia una propria individualità che va valorizzata con percorsi particolari e originali. Quando partecipo a esperienze come queste, non mi pongo mai nel ruolo dell’insegnante “unico”, che parla a tutti nello stesso modo, ma cerco di relazionarmi con chi mi ascolta per attuare un vero e proprio scambio con chi mi trovo di fronte.
<+G_DOMANDA>In particolare, qui a Vertemate su cosa avete lavorato?
<+G_TONDO>Il tema è la bellezza anche se poi il punto di partenza era il brano dei <+G_CORSIVO>Promessi Sposi<+G_TONDO> relativo all’esperienza di Renzo in fuga da Milano. Ho cercato, per quanto competeva a me, in relazione con il lavoro degli altri artisti partecipanti come docenti, di far emergere le emozioni dei ragazzi iscritti al seminario. In particolare, dato il mio ruolo di artista nel campo musicale, ho puntato alla ricerca della bellezza nella musica e ho chiesto a tutti di portare una canzone che trasmettesse a ognuno un’emozione personale e particolare. Ho preferito evitare l’approccio tecnico perche ritengo che non si possa insegnare a cantare.
<+G_DOMANDA>E allora il concetto di scuole di spettacolo che passa la tv?
<+G_TONDO>Ma quella è soltanto televisione, è spettacolo ed è la strada giusta per chi è già bravo e vuole avere una vetrina. La scuola vera è altro e nasce dall’impegno e dalla ricerca in se stessi per far emergere i propri talenti.
<+G_DOMANDA>Avete lavorato su Manzoni e il suo testo capolavoro. Le piaceva da studentessa?
<+G_TONDO>Avendo frequentato la scuola inglese, non avevo avuto modo di affrontare in modo approfondito questo come altri testi della letteratura italiana. Li ho riscoperti più tardi. Credo che avvicinarsi a <+G_CORSIVO>I Promessi Sposi<+G_TONDO> come abbiamo fatto alla Summer School Performing Arts sia stata una vera occasione per un approccio creativo e interessante. E poi, leggerli qui, nei territorio dove è ambientata la vicenda, dà uno spunto in più per approfondire e ricercare le bellezze ancora esistenti.
<+G_FIRMA>Sara Cerrato

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