L'appello dei Clearly:
<Date più spazio a chi vuol suonare>

I giovani vincitori del concorso per band a Cernobbio: "Rari gli spazi per esibirsi"

«Uno dei rarissimi spazi in provincia dove puoi esibirti con composizioni originali, senza per forza ricorrere alle cover. Dovrebbero essercene di più di eventi così». Le espressioni dei quattro componenti dei Clearly Quiet Absurd erano ancora di incredulità, ma il cantante della band ha voluto subito lanciare il suo appello.
Tanta emozione tra i giovani Clearly al momento di scendere dal palco del concorso Cernobbio Musica Giovani che il 28 agosto li ha visti aggiudicarsi, contro ogni pronostico, il primo posto durante una serratissima finale con i Kimera, che peraltro hanno trionfato nel gradimento del pubblico e gli impegnati e cantautorali Minerva.
In apertura di serata si erano esibiti i Croppy Boys, che hanno ritirato dal sindaco, Simona Saladini, il premio speciale Città di Cernobbio, assegnato ai concorrenti più giovani (con loro un fisarmonicista di soli 14 anni).
Ai Falsorigo è andato, invece, il premio dei più votati attraverso il sito internet della manifestazione, che, archiviata positivamente la seconda edizione, intende rilanciarsi in grande stile per la prossima.
Al termine della rassegna, La Provincia, ha raccolto l’entusiasmo dei vincitori, attraverso le parole di Claudio Tagliabue, che della band è cantante, autore e chitarrista.
Avete suonato per ultimi, ma alla fine siete stati premiati dalla giuria, ve lo aspettavate?
Assolutamente no. È stata una autentica sorpresa. Il gruppo esiste da circa un anno, anche se io provengo da un’altra esperienza con i Dusk, e riuscire a cogliere un risultato così è motivo di grande soddisfazione, non tanto per la gara in sè, ma perché è segno che stiamo lavorando nella giusta direzione.
Ci presenta gli altri componenti della formazione?
Certo. Sono Daniele Mazzoni, chitarrista diplomando al conservatorio di Como, suo fratello Luca, al basso e Stefano Pizzini alla batteria, che in questa occasione ha suonato solo le percussioni perché il festival richiedeva esibizioni in acustico. Siamo tutti sotto i trent’anni. A parte me, che sono di Tavernola, gli altri sono della zona di Appiano Gentile.
Sembra essere stata proprio la bella alchimia dimostrata in acustico a convincere. Come vi siete preparati?
L’impegno è sempre intenso durante le nostre prove ed evidentemente siamo riusciti a rendere orecchiabili i pezzi attraverso arrangiamenti indovinati. Eravamo decisamente tranquilli e ci siamo focalizzati molto sulla resa degli  arpeggi. In questo senso, l’esperienza accademica di Daniele è stata fondamentale.
Del concorso, a parte la vittoria e il buono acquisto per strumenti musicali, che impressione riportate a casa?
Ottima. È stata una manifestazione ben organizzata, uno dei rarissimi spazi in provincia dove puoi esibirti con composizioni originali, senza per forza ricorrere alle cover. Dovrebbero essercene di più di eventi così. Poi la riva di Cernobbio è una cornice bellissima, piena di gente giovane e attenta. Ringraziamo l’organizzazione dell’evento e il pubblico.
Domanda d’obbligo, programmi per il futuro?
Abbiamo appena cominciato, di certo questo evento ci ha dato ancor più convinzione nei nostri mezzi e voglia di proseguire con il progetto. Vogliamo registrare qualcosa e suonare ancora il più possibile dal vivo, poi si vedrà.
Fabio Borghetti  

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