L'orrore della guerra
nel diario ritrovato

Il racconto del comasco Abbondio Cantaluppi, nel '41 sul fronte albanese
I suoi appunti in un'agenda recuperata dai figli più di sessant'anni dopo

<Sveglia al mattino in un letto. Sembra di essere in un altro mondo. Si mangia minestra, capretto, frutta, dolce e vino. Alla sera idem. Scrivo a Camillo, mamma ed altri». Questi appunti sono scritti a matita sulla pagina di domenica 13 aprile 1941 - giorno di Pasqua di quell’anno - di un’agendina sulla quale il fante Abbondio Cantaluppi (classe 1918, matricola n. 4797, in forza al 67° Reggimento Fanteria Como, 6ª compagnia) ha annotato giorno dopo giorno il tempo trascorso sul fronte greco-albanese.
L’agendina del giovane tipografo comasco, che abitava a Garzola, fitta di brevi ma significativi appunti, è stata rinvenuta dai figli Federico e Giancarlo in un vecchio comodino mentre riordinavano le cose del papà, deceduto circa due anni fa.
Un "diario di guerra" che fa rivivere attraverso quelle annotazioni le sofferenze di tanti nostri giovani mandati a combattere in terra straniera. Sull’agendina - regalatagli dal principale al momento dell’augurale «arrivederci presto» - il ventiduenne Abbondio traccia i primi appunti sin dal 1° gennaio 1941, giorno di richiamo con la cartolina precetto. «Sveglia alle 3. Partenza dalla nostra cascina alle 5. Partenza da Como alle 6,15. Tappa a Firenze alle 12,30. Tappa a Roma alle 18 poi partenza per Brindisi». Il 2 e il 3 gennaio sosta a Brindisi accampati nei giardini. Il giorno dopo «alle 22 imbarcato per l’Albania. Penso a casa. Per me è cosa strana trovarmi su questa grande casa».

Dopo l’arrivo a Valona («pensieroso durante la traversata con scarpe slacciate e salvagente al corpo. Non mangio».), lunedì 6 gennaio «programma 15 chilometri marcia verso il fronte greco-albanese. Allo sbarco apparecchi ci fanno festa. Inglesi che picchiano bombe. Trovo soldati che arrivano dal fronte». Segue una giornata di riposo durante la quale «ho incontrato il sergente pilota Lino Rivolta, amico di scuola e vicino di casa», mercoledì 8 gennaio annota: «scuola di tiro con bombe a mano. Caccia alle pecore. Caporale di giornata bene. Mi sono buscato il pane. Anche il tenente mangia per opera mia».
Dal 9 gennaio («dopo il primo rancio distribuzione di 200 grammi di panettone Alemagna. Ricorre festa albanese. Pattuglia a quattro perché visto segnalazione spionaggio») appunti sul tempo, piove, freddo rigido, ore di marcia in montagna, e rancio «quando arriva», e a sabato 18: «si parte per fare la guardia su un’altura di 1000 metri. Tormenta di neve, acqua e vento. Rifugiati in una grotta. Un solo rancio alle 6,30 di sera. Notte molto crudele».
Al rientro in zona sicurezza, il 21 gennaio «sveglia alle 7 e ordine di partenza. Alle 10,30 partenza in autocarro. Bersagliere colpito, mulo morto. Arrivo alle 20. Si dorme sull’autocarro. Scrivo a mamma per la partenza in linea». Il giorno dopo «continua a piovere e la tenda è allagata e non si dorme». Nella pagina seguente «oggi ho riparato la tenda così posso dormire. Tagliato a zero i capelli ma faccio crescere la barba per spaventare il crudele nemico». Si intuisce intanto che la vita militare del giovane Abbondio si fa più intensa. Venerdì 24 gennaio: «arriva la posta. È di mamma e rispondo. Alle 14 arriva l’ordine di partenza ma non si sa per dove. Distribuzione di bombe a mano di difesa. Si parte alle 19. Notte cattiva, piena di fango. Si percorre strada rocciosa. A metà strada comincia a piovere. Ci si ferma alle 13. Il maggiore manda dei plotoni all’assalto. Il mio è di rincalzo. Che brivido». Sulla paginetta di domenica 26 gennaio si legge: «all’alba si arriva sul posto destinato stanchi e infangati. Mangio una scatola di carne. Arriva qui vicino una bomba di mortaio. Uno dell’83° è rimasto ferito ma lieve. Per la prima volta ho scampato il pericolo».

«Siamo sotto il fuoco nemico» - lunedì 27 gennaio - «un battaglione di alpini è andato all’assalto e al calar della sera si sente notizia che era uscito vittorioso. Ma!...domani alle 6,30 assalto della mia compagnia».
Da martedì 28 a giovedì 30 gennaio, appunti di quasi normalità. Si mangia asciutto con «carne in scatola, marmellata e pane, ma c’è anche caffè e cognac». Il giorno del suo 23° compleanno - 31 gennaio - il giovane fante comasco annota: «alle ore 8 arriva posta di Camillo e moglie ed amaturi. Rancio asciutto carne in scatola, marmellata, anice, caffè e due pagnotte. Scrivo a Camillo, zio Augusto e Sergio. 23° compleanno di nascita. Scrivo a mamma cartolina molto commovente». Sempre il 31 gennaio: «note del mese: Merighi Sergio, via Val Gioera 9, Casartelli Giulio, via Bernasconi, Garzola, Cantaluppi Bruno, via Natta 12 Como, Cantaluppi Camillo (il fratello n.d.r.) Scalo Centrale Milano, Ganzetti Natale, via per Brunate 20 Garzola».
La prima settimana di febbraio è descritta come piovosa e con continui pattugliamenti notturni. «Come è spaventosa la notte scura e si deve viaggiare» - «una bomba colpisce parecchi compagni (Canali, Bianchini, Wegher ed altri)» - «rancio sempre asciutto» - «il nostro plotone dopo le perdite di uomini (10 feriti) è sostituito. Bene!». L’8 febbraio: «oggi abbiamo il primo morto. Braga colpito alla testa da una bomba mortaio: Scrivo a casa e ad altri». Due altri morti (Canali e Franco Cantaluppi) il 9 e il 10. Mercoledì 12 arriva il sole ma non il rancio. «Mangio le sardine del pacco inviatomi da mia cognata. Colgo l’occasione per scriverle e ringraziarla». Ma il giorno dopo l’ordine di partenza: «si deve dare il cambio al 68° oltre Repeleni. Male! Chissà come andremo a finire. Si pensa che la morte si avvicini perché il 68° è decimato». In marcia sotto un cielo tornato nuvoloso, si cammina in montagna tutto il giorno, si mangia a mezzanotte, e si continua ad andare avanti. «Non mi sento bene ma Grigioni mi aiuta. Penso a casa, al letto e a tutto. Intanto apparecchi ci sorvolano». Domenica 16 febbraio: «oggi si arriva sul posto. Tornato il sole. Alle 14 circa aerei ci mitragliano. Quattro morti della mia compagnia».
E torna il brutto tempo. Da lunedì 17 a domenica 23 febbraio, appunti che parlano di neve, freddo intenso, scarso rancio, notizie di altri tre compagni morti e dei primi casi di congelamenti.
Ma lunedì 24: «arriva l’ordine che ci devono dare il cambio. Che grazia!... si prepara tutto ma invano» e il giorno dopo «il cambio non arriva. Il rancio diminuisce. Compro una scatola di carne a cinque lire con altre dieci sigarette».

<Oggi è l’ultimo giorno di Carnevale e... non arriva da mangiare. Alle cinque di sera arriva una pagnotta da dividere in cinque con mezza scatola di carne, ma anche formaggio e cioccolato».
Vana attesa ancora per il cambio, senza rancio, sotto la pioggia, si mangia la neve. «Respingiamo un attacco nemico con mitragliatrici e bombe a mano. La mia scorta è diminuita di dieci». Note del mese di febbraio: «sessanta giorni sono passati. Sacrifici, disagi e manca sempre di più da mangiare. Si diventa come cani da caccia. La barba è già lunghetta. I pidocchi aumentano in continuazione e non ci lasciano in pace nemmeno loro. Porta Carlo, via Carloni 20 Como. Fiume Scinvizza, zona di Trascoviza monte Brasgianich. Romano Silvano».
Sabato 1 marzo: «finalmente è arrivato il giorno di andare a riposo. Si scende nella neve alle ore 18 con tormenta. Alle 4 di notte si arriva a Dames. Si cominciano a trovare case ed è cosa strana per noi».

Stefano Bonetti
 (1. continua)

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