Maggiolini, a Villa Carlotta
l'artista dell'ebanisteria

In mostra a Tremezzo i mobili del "pittore del legno": usò cinque qualità di ebano ed altre essenze poco note

Nel percorso museale di Villa Carlotta a Tremezzo, al secondo piano, la galleria monumentale ospita la mostra "Giuseppe Maggiolini ebanista. Progetto eccellenza". Salite le terrazze fiorite che introducono alla dimora settecentesca costruita per il conte Giorgio Clerici, il visitatore giunge, dalle splendide sale con i rilievi e i gruppi statuari del Canova e dagli affreschi di Andrea Appiani provenienti dal Palazzo Reale di Milano, preparato a gustare la raffinata eleganza dei cassettoni e dei tavoli del celebre intarsiatore neoclassico, il cui nome è indissolubilmente legato allo stile di quei mobili.
La rarità dei pezzi è sostenuta in mostra dall’apparato esplicativo sulla strumentazione di bottega e sul campionario delle essenze lignee impiegate dall’artista per ottenere la varietà dei toni che fanno dei suoi pezzi dei capolavori di sensibilità pittorica. Gli ottantasei diversi tipi di legno sono documentati da un elenco che il Maggiolini scrisse nel 1795 per il conte Ercole Silva, teorico dei giardini all’inglese, e attestano l’interesse per le molte piante reperibili sul territorio, oltre che quelle esotiche provenienti dalle due Americhe, procurate attraverso mercanti genovesi.
Sulla solida struttura di noce stagionato, l’ebanista componeva i diversi pezzi, secondo il disegno che egli stesso sapeva predisporre, ma che in molte occasioni gli fu assegnato dai più valenti artisti contemporanei come l’Appiani e l’Albertolli. Utilizzava, oltre a varietà poco note, pino, rovere, pioppo, acero, platano, olmo, ulivo, tiglio, larice, cipresso, carpino, corniolo, gelso, robinia, ontano, ma si serviva anche del legno di vite, d’edera, di rosmarino, di agrifoglio, di rosa, di sambuco, di nasso, di piante fruttifere come il pero, il pesco, il melo, l’amareno e il pruno, e sceglieva tra ben cinque qualità di ebano (rosato, violato, bastardo, nero, verdastro) e tre di noce: d’India, di radica e nostrale.
I mobili esposti rivelano lo straordinario buon gusto dell’artista: innanzitutto la linea sobria di ogni pezzo, impostato su sostegni dalla forma elastica, reinterpretata sulla lezione dell’architettura greca antica, ora a piramide rovesciata, ora intarsiati a mo’ di scanalature, ma sempre con un senso della misura che ricorre poi anche nelle lisce superfici intarsiate dei piani, dei frontali e dei fianchi: ed è quanto non si ritrova, malgrado la perizia degli artigiani e la qualità dei materiali, nei mobili in "stile maggiolini" presentati nell’altra ala della galleria di Villa Carlotta.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9 alle18, fino al 15 maggio. Info: tel. 0344.40405

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