Maratona tv sulla Bibbia
Il teologo Maggioni critica:
"Operazione rischiosa"

Il biblista comasco è perplesso sull'evento mediatico che, dal 5 ottobre, proseguirà fino all'11 ottobre, con la partecipazione di duemila personaggi della cultura e dello spettacolo nel ruolo di lettori del testo sacro

Duemila personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo partecipano a «La Bibbia giorno e notte», la più lunga diretta tv realizzata dalla Rai per la lettura integrale di Antico e Nuovo Testamento, all’interno della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma. Una maratona di 139 ore che sarà aperta da Papa Benedetto XVI e conclusa dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Tra i lettori illustri: gli ex presidenti della Repubblica Ciampi, Scalfaro, Cossiga, il regista Benigni e gli attori Placido, Fiorello e Zingaretti.


di Laura d'Incalci

Non si contano gli interventi, lezioni, conferenze, libri… nei quali monsignor Bruno Maggioni ha sviscerato il contenuto e il senso delle sacre scritture. Da teologo e biblista di fama, capace anche di non sottovalutare l’importanza della comunicazione, ha acceso spesso curiosità e aspettative attorno ad un messaggio da lui stesso definito "radicale e liberante", in grado di rispondere ad una sete di senso e di speranza che caratterizza in modo particolare gli uomini di oggi. Eppure la maratona biblica tv che si inaugura oggi, non lo entusiasma affatto, anzi… «La bibbia non è un libro, ma una biblioteca di libri…E poi non è da leggere tutta d’un fiato come un romanzo che una volta iniziato ti spinge ad arrivare fino alla fine. In questa iniziativa ci saranno certamente buone ragioni che non conosco, ma io sono molto perplesso sullo scopo e sull’utilità. Ho l’impressione che si stia trattando la Bibbia come la Divina Commedia letta da Benigni, ma i testi delle sacre scritture sono un’altra cosa, non si possono consumare così, si rischia di svenderle».

Cosa non funziona in una lettura non stop in TV? Come andrebbero accostate le scritture?

La lettura deve essere lenta, non eccessivamente prolungata e soprattutto lasciare spazi di meditazione personale, di approfondimento… Sia nella lettura individuale che in quella di gruppo, occorre lasciare che emergano tutte le provocazioni e le domande e che si apra uno spazio di riflessione. Tutto questo mi sembra impossibile se si resta travolti da una valanga di parole, concetti, suggestioni…che scorrendo restano inevitabilmente in superficie.

«Lo studio della bibbia è come l’anima della teologia… Tale studio non è mai finito; ogni epoca deve di nuovo, a modo suo, cercare di capire i libri sacri». Così precisò, da cardinale, l’attuale papa Ratzinger. Qual è il suo commento?

È una definizione chiarissima. A parte che questa stessa prerogativa è di tutti i libri che contano, ovviamente quelli che dicono qualcosa che tocca le corde profonde dell’uomo, che svelano una verità, mettono alla luce qualcosa di universale… un libro di Platone, per esempio. La bibbia continua a proporsi e non perde certo di interesse e di significato, anche se può essere continuamente rinnovata la percezione e la sensibilità di chi legge. Il vangelo letto oggi non è come quello letto nel secolo scorso: non cambia la pagina di vangelo, ma gli occhi di chi la legge sono diversi… In questo senso la bibbia è affidata alla Chiesa che la esprime da un secolo all’altro come materia viva.

I sacri testi, così si usa dire, sono "ispirati" da Dio. È difficile nella cultura odierna afferrare il significato reale di questa definizione…


A prescindere dalla considerazione dell’ispirazione divina dei testi, la bibbia presenta una tale ricchezza di pensiero e una profondità di comprensione dell’uomo e della realtà, che è difficile non sentirsi catturati dalla lettura e dal desiderio di scoprirne l’origine. Non è affatto necessario, quindi essere credenti per avvertirne il valore e il fascino: il non credente si accorgerà comunque della grandezza del messaggio. Il credente sa invece che nei fatti descritti, nella stessa vicenda umana, Dio si è inserito, è intervenuto facendo in modo che in questa storia si rivelasse il divino…Che i testi della bibbia siano stati ispirati da Dio, non significa affatto che gli autori abbiano scritto sotto dettatura, cadendo in uno stato d’estasi, di incoscienza rispetto alla loro libera volontà e alla loro coscienza. La questione è ben diversa: si tratta di Dio che parla all’uomo attraverso l’esperienza stessa degli uomini che diventano quindi testimoni in grado di raccontare, di scrivere quel che è accaduto nella loro vita, di descrivere perciò l’esperienza del divino dalla quale sono stati effettivamente toccati, nei fatti, nella loro storia: gli autori sono perfettamente coscienti e scrivono impegnando tutta la propria intelligenza e le proprie facoltà, la propria cultura… Dio li ha resi strumenti liberi e guida questo impegno. 

Tornando alla lettura della Bibbia: come evitare il rischio di erronee interpretazioni del testo?

Le principali tentazioni da evitare sono due: da un lato una lettura fondamentalista, che traduce ogni parola alla lettera, senza cioè considerare un significato più ampio che dipende anche dal contesto nel quale sono collocate certe frasi e affermazioni. All’opposto c’è la tentazione spiritualista che cerca ovunque simboli, in maniera assolutamente artificiosa: in questo caso si stravolge il senso e si perde il bello di un messaggio radicato profondamente nell’umanità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA