Muscato: "Un Gabbiano senza tempo"

Il regista ha riscritto l'opera di Cechov, in scena il 10 e l'11 dicembre al Sociale, ma "Il testo è intatto"

Sempre più spesso, le stagioni teatrali ospitano i classici della prosa, letti però, come è giusto che sia, con l’occhio dell’uomo contemporaneo, che cerca nei testi “sacri” del teatro, risposte ai propri interrogativi o immagini più conformi al gusto attuale.
Non fa eccezione, ma anzi si propone come un allestimento dalla forte componente “creativa”, lo spettacolo Gabbiano – Il volo, che andrà in scena il 10 e l'11 dicembre, alle 21, al teatro Sociale di Como.
La pièce, che inaugura ufficialmente la stagione di prosa della sala comasca (lo spettacolo di Albertazzi era inserito infatti nel ciclo Assolo che riunisce star di diversi generi artistici), è tratta da Il Gabbiano del drammaturgo russo e pur mantenendone in modo sostanzialmente intatto, la struttura del testo, appare un lavoro dai tratti originali e dal taglio fortemente “visionario”. Ne parliamo con Leo Muscato che all’interno del progetto Ri-scritture, ha firmato la drammaturgia e la regia dello spettacolo.
Muscato, cosa deve aspettarsi il pubblico che vedrà il suo lavoro in scena al Sociale?
Ho attuato una vera e propria riscrittura scenica. Il testo di Cechov è rimasto sostanzialmente intatto anche se sono stati eliminati tutti i riferimenti spazio temporali. Non si tratta di una trasformazione da poco, visto che i drammi di Cechov sono tutti caratterizzati da una precisa collocazione storica nella Russia del primo Novecento.
Con quale scopo ha realizzato la “decontestualizzazione” e quali risultati ha ottenuto?
L’idea base era quella di concentrarsi esclusivamente sui personaggi. Volevo focalizzare l’attenzione sui contenuti, senza collocarli in una dimensione storica precisa. Il fatto di presentare i personaggi e le loro vicende in una dimensione atemporale, su una scena bianca e minimalista, permette davvero di coglierne le caratteristiche umane fondamentali.
È questo che lei chiama “teatro necessario”?
Abbiamo voluto declinare in ogni personaggio l’ossessione del teatro e nello stesso tempo, attraverso l’operazione di ri-scrittura, si cerca di portare al pubblico quei testi che, anche se scritti in un passato lontano, possono ancora parlare allo spettatore e comunicare in modo forte e diretto. Abbiamo puntato ad un lavoro attento sul linguaggio, proprio per rendere il messaggio di questo, come di altri testi capitali del teatro, più vicino al pubblico di oggi.
Questo Gabbiano è infatti il terzo episodio del suo progetto. Quali i precedenti?
Gabbiano – il volo è stato  preceduto da Romeo & Giulietta  - Nati sotto contraria stella e Casa di bambola  - L’altra Nora.
Il cast si è costituito in modo molto particolare...
Sì. Il cast degli attori che partecipano a questo spettacolo e che vedrete in scena anche a Como si è formato attraverso un laboratorio che si è tenuto in tutta Italia. L’obiettivo è stato principalmente quello di trovare attori che potessero portare qualità ed esperienze diverse mettendole a disposizione dell’allestimento. C’è teatro ma anche molta musica in questo allestimento.
Volete avvicinarvi all’idea cechoviana di vaudeville?
Soprattutto nella prima parte, troverete una visione molto ironica a proposito della condizione umana. Forse questo approccio può avvicinarsi all’idea dell’autore in proposito.
Sara Cerrato
Gabbiano – Il volo, Como, teatro Sociale, 10 e 11 dicembre, ore 21. Biglietti da 27 a 13 euro + prevendita. Info: 031/270170.

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