Omaggio a Faber, tutto in una notte

Sabato 6 settembre a Parolario la ma ratona delle canzoni di De Andrè capitanata da Belcastro e Liberti

<Cari Marco e Vittorio, tra gli innumerevoli espedienti che tutti noi (anch’io quando avevo la vostra età) riusciamo a inventarci la notte del sabato per spezzare la monotonia talvolta devastante della routine settimanale, quello scelto da voi mi sorprende piacevolmente non solo per la tonificante iniezione al mio già ‘smisurato orgoglio’, ma soprattutto per la scelta del mezzo, la canzone appunto, con cui avete deciso di cimentarvi in una estenuante maratona gratia et amore dei». Parole di Fabrizio De André, parole inviate nel 1996 a Marco Belcastro e Vittorio Liberti musicisti comaschi che, all’epoca, erano ben noti come guide dei The Muro, formazione demenziale tutt’oggi rimpianta anche se entrambi hanno continuato a distinguersi nell’ambiente musicale, non solo lariano. Il riferimento è a una memorabile impresa da guinness dei primati: eseguire uno per uno tutti i brani pubblicati da Faber fino a quel momento, impiegandoci tutto il tempo necessario, fino all’alba e oltre.
Una pazzia? Forse, ma stasera (e notte e prima mattina) quella follia rivivrà a ParoLario in piazza Cavour, per lanciare la pubblicazione di tre audiolibri della Nodo legati ad altrettante opere del grande cantautore, quelle dal maggior respiro letterario: <Tutti morimmo a stento>, <La Buona Novella> e <Non al denaro non all’amore né al cielo>. Oltre ai due, che si accolleranno la gran parte del cimento in solitudine, anche i D’Altrocanto che hanno inciso il primo dei tre volumi, gli amici Luca Ghielmetti, Clara Zucchetti, Simone Mauri e Maurizio Aliffi. Ecco i musicisti alla vigilia della titanica impresa.
Liberti, cosa scattò dentro di voi allora? Come si passa dal rock demenziale alla canzone d’autore?
Era tutto collegato: avevamo appena vinto <Rock targato Italia> presentando una canzone intitolata <Sciansonnié>. Come si può evincere dal titolo veniva dal demenziale ma era contemporaneamente un primo passo verso il mondo dei cantautori. E dedicare un’“integrale” all’opera di un unico artista sembrava, per certi versi, demenziale, fermo restando che all’epoca, come oggi, il nostro intento non era solo quello di apparire in un eventuale Guinness dei primati ma rendere giustizia a canzoni che amiamo tantissimo.
Belcastro, un omaggio che si è trasformato in un ricordo, dopo la scomparsa di De André... Com’è stato riprendere il viaggio?
Ecco, si tratta veramente di un viaggio perché la storia musicale di Fabrizio, sempre atipica già agli inizi, è ricca di cambiamenti, dalla classica ballata alla scoperta, anzi, all’invenzione di un particolare modo di intendere la musica etnica, passando per il rock, per il folk, senza, naturalmente, sottovalutare i testi, un vero fiume da percorrere. E si è aggiunta una tappa in più, l’ultima: all’epoca non era ancora uscito <Anime salve>, il suo ultimo album. Il termine del viaggio. Una sensazione che speriamo di trasmettere anche al pubblico.
A proposito, qualche “consiglio per i viaggiatori”?
Sarà una maratona lunga ma, speriamo, appagante, bisogna semplicemente attrezzarsi per trascorrere qualche ora, una decina, in compagnia nostra, e di De André, naturalmente.
E vi attrezzerete a vostra volta...
L’augurio che ci fece rimane valido: «Spero che attraverso il muro della grande fatica cui vi sottoporrete possa filtrare qualche goccia di puro divertimento». La gioia non conosce stanchezza.

Alessio Brunialti 

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