Prima della lirica: Sociale esaurito
Lady Bruni sola in tacchi a spillo

Assente il sindaco, in missione a Cuba. Simonetta Puccini guest star in un Sociale illuminato per Turandot

La corsa alle poltronissime ha reso più “sfavillante” la prima di «Turandot». Venerdì sera, Sociale esaurito per l’ouverture della stagione lirica, glitterato lo struscio nel foyer, fino all’anno scorso dominato da luttuose bellezze. La musica è davvero cambiata, anche gli intellettuali più sprezzanti  si sono convertiti alla cravatta nera, sempre più sottile la frangia trash-frontaliera. Tra gli specchi un tripudio di abiti lunghi, piume e sandali gioiello. La sfilata comincia con la première dame di Palazzo Cernezzi, che arriva tutta sola (il primo cittadino è ancora in missione a Cuba).
Coup de teatre, Madame Bruni smentisce il suo stile severamente chic, in abitino cobalto scolpito sulla silhouette, tacchi a spillo e morbida stola ad abbracciare il décolleté. Cosa è successo? Dicono che first Raffaella abbia fatto il giro dei negozi con tre (brave) amiche per scegliersi la mise giusta. Poteva farsi consigliare da qualche anima buona anche Anna Veronelli, addosso un coprispalla bianco che la faceva assomigliare a un fiocco neve.
Dall’alto di una lunga militanza nel mondo della moda, sfoggia un perfetto evening dress Francesca Canepa. In riga (nel senso di gessato) il marito, l’on. Lucio Stanca.

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Teatro Sociale di Como esaurito per la “prima” della stagione lirica 2008-’09 nel nome di Puccini e del suo canto del cigno, «Turandot». Con la fiaba della moderna Regina della notte che, da algida vendicatrice, alla fine si trasforma in nome dell’amore il tempio cittadino del belcanto ha reso il dovuto omaggio all’anniversario pucciniano con uno spettacolo ricco dal punto di vista visivo e musicale.
Il moderno abbraccio dell’ellissi di Antonio Mastromattei, metafora astratta della Città Violetta, opportuna ripresa della veste scenica dell’edizione 2003, ha ambientato la sesta volta di «Turandot» sul palcoscenico del Sociale in modo essenziale e sgargiante a un tempo, grazie ai costumi di Sakon Asuka che hanno dato colore e sacralità a un cast vocale che ha saputo conquistare il consenso del pubblico del Sociale.
Sul palcoscenico in parte Elena Lo Forte (Turandot), generoso Francesco Anile (Calaf) - inevitabile l’applauso del pubblico per «Nessun dorma» - notevole prova espressiva per Loredana Arcuri (Liù), bene Ernesto Morillo (Timur), Fernando Cordeiro Opa (Altoum), Leonardo Galeazzi (Ping), Enea Scala (Pang), Mert Süngü (Pong). Pietro Mianiti ha diretto l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano in spirito di fedeltà alla partitura, con brillantezza di colori, energia e equilibrio. Antonio Greco è il maestro del coro As.Li.Co. del Circuito lirico lombardo, mentre Dario Grandini del Coro di voci bianche.
La regia di Hiroki Ihara, intenzionalmente mirata al paragone fra mito e realtà del sentimento pucciniano, si è mostrata molto attenta alla gestualità.
L’unica replica comasca dello spettacolo - destinato poi a debuttare a Pavia, Fermo, Cremona, Brescia - domenica sera.
Stefano Lamon

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