Quell’Italia de “Il bell’Antonio”
L’omaggio teatrale a Brancati

Da domani al Manzoni in scena il secondo romanzo nazionale. La regia di Sepe esalta Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti

La stagione di prosa del teatro Manzoni di Milano riprende con un omaggio a un grande scrittore italiano a sessant’anni dalla morte, Vitaliano Brancati, autore de “Il bell’Antonio”. La riduzione teatrale del secondo romanzo italiano più letto e amato nel mondo, dopo “ Il Gattopardo”, in scena da domani al 26 gennaio, è curata dalla figlia di Brancati, Antonia, insieme a Simona Celi (biglietti a 20, 22 e 32 euro, info 02-763.69.01).

L’intento è riportare in luce il personaggio reso celebre dall’interpretazione cinematografica di Mastroianni per la regia di Bolognini, ma sempre relegato al paradigma dell’impotenza, piuttosto che letto nella sua complessità.

L’opera, infatti, per la regia di Giancarlo Sepe, riporta in scena in maniera filologica la scrittura di Brancati, il suo amore per l’italiano e per come questa lingua possa trasformarsi da pagina letta in immediata immagine. L’adattamento teatrale mostra inoltre la vera costruzione del romanzo: la critica alla società, alla storia, agli uomini, alla Chiesa e alle convenzioni.

Ad aderire alla sfida sono Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti, collaudata coppia teatrale, per anni protagonista di grandissimi allestimenti. «Ho detto subito sì a questa pièce perché porta in scena un romanzo bellissimo- ammette Giordana- è una commedia un po’ cechoviana, perché ogni personaggio ha la sua tragedia che cozza con quella altrui e da questo scontro nasce la comicità».

Nel ruolo del protagonista, Antonio, c’è Luchino Giordana, che affianca il genitore all’interno di un progetto che dalla vita reale porta ad interpretare due personaggi letterari, un padre e un figlio, anche sul palcoscenico. «È un piacere e un onore per me lavorare con papà e con Giancarlo- ammette Luchino- sono cresciuto guardando i loro spettacoli e ascoltando la musicalità delle loro voci. Quest’opera mi coinvolge moltissimo, Antonio è un personaggio molto comico, pur avendo scene di tragico».

Tutta la pièce è un lucido e meraviglioso affresco dell’Italia fatto attraverso un meccanismo concentrico che, dal sistema nazione, dalla storia di un Paese in grande difficoltà durante il periodo fascista, fotografa una microstoria ambientata in Sicilia nella famiglia del protagonista. Antonio è bellissimo, ma privo di qualunque talento, viene visto come una sorta di divinità. Le donne svengono al suo passaggio. Il padre decanta la virilità di questo figlio unico, la gente pensa che lui sia vicino a Mussolini e influente.

Catania non parla altro che delle sue doti. Ma un matrimonio non consumato porterà due famiglie al centro di una tragedia al contrario.

Ylenia Spinelli

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