Si chiamano Kimera
Ma il loro sogno si è avverato

La band lariana in piazza Cavour per presentare il primo cd

Si chiamano Kimera, sono quattro giovani musicisti lariani, e sabato 9 agosto presenteranno il loro primo cd sul palco di piazza Cavour a Como.
Adesso più che mai si intitola il lavoro prodotto da Nerolidio e Pippo Santoro, che hanno da subito creduto nelle potenzialità della formazione, autrice di un rock cantato in italiano che rimanda a Ligabue e Negrita.

Del gruppo fanno parte Gabriele Mancuso (voce e chitarra acustica), Marco Ghislanzoni (chitarra ritmica), Alessandro Filosa (batteria e percussioni) e Daniele Comi (basso), che, per la realizzazione del cd, si sono avvalsi della collaborazione di altri strumentisti, come il violinista Antonio Macrì e il pianista Luca Attanasio. La firma su testi e musiche è quasi sempre quella di Mancuso (tranne che in due occasioni, dove la penna è quella di Daniele Comi), e i temi affrontati sono quasi esclusivamente legati a storie personali, vere o immaginate, che riguardano la sfera dei sentimenti, ma c’è anche spazio per l’impegno.
Alla vigilia della presentazione, Gabriele Mancuso, 23 anni, ha raccontato aLa Provincia la gioia per questo appuntamento. «La band esiste dal 2002, quando provavamo in un garage, abbiamo tutti dai 20 ai 23 anni, e l’anno scorso, arrivando ottavi alle finali del concorso Emergenza Rock, all’Alcatraz di Milano, ci siamo resi conto che volevamo fare sul serio  - spiega Mancuso - e continuare questa bella avventura».

In piazza Cavour domani i Kimera battezzeranno la loro opera prima.
«È la presentazione ufficiale di un lavoro al quale teniamo molto, eseguiremo le canzoni del cd, ma anche qualche cover arrangiata. Ci ispira principalmente il rock italiano - aggiunge - Negrita, Vasco, Ligabue, ma abbiamo ascoltato molto anche Oasis e Goo Goo Dolls. Cerchiamo poi di fare le cose con la nostra personalità. L’intero album ha una sua uniformità di arrangiamenti ad esclusione di <+G_CORSIVO>Ciao Bambina<+G_TONDO>, un pezzo che ci siamo molto divertiti a fare e che si ispira agli anni ’50, con i suoi suoni così retrò».
Mancuso ha scritto quasi tutto il disco, la curiosità è sapere se ci sono solo storie personali o qualcosa di più.  
«Il disco ha due anime, una spensierata, l’altra sicuramente più adulta - spiega l’autore - Liberi la traccia numero 5, ad esempio, è dedicata a Piergiorgio Welby e tocca un tema delicato e d’attualità come l’eutanasia.
L’ultimo brano in scaletta, invece, vuole ricordare una cara amica scomparsa in un incidente stradale».
Il cd dei Kimera arriva a testimoniare il grande fermento rock che da qualche tempo si percepisce in città. Vivacità che secondo Mancuso nasce «dalle molte scuole di musica che sono cresciute in quantità e in professionalità. I giovani, spesso spinti anche dalle famiglie, si avvicinano con curiosità agli strumenti desiderosi di imparare - commenta Mancuso -. Il passo successivo è spesso quello di formare un gruppo per mettere in pratica gli insegnamenti. Noi siamo ancora all’inizio. Di sicuro intendiamo proseguire a lavorare in questa direzione con costanza, a testa bassa, senza mollare mai - conclude -. Speriamo di riuscire a farci conoscere sempre di più nella nostra provincia e magari anche più in là».
Fabio Borghetti

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