Sonohra, idoli dei giovani:
<Siamo musicisti vecchia maniera>

I fratelli Diego e Luca Fainello alla vigilia del debutto della prima tournée teatrale:
<niente basi registrate, suoniamo tutto dal vivo e preferiamo la dimensione acustica>

Una stagione memorabile, iniziata con l’affermazione a Sanremo giovani e proseguita con un crescente successo. I Sonohra, il duo dei fratelli Diego, 21anni, e Luca Fainello, 24, in classifica con l’album <Liberi da sempre> e ora anche con il cd/dvd live, <Sweet home Verona>, debutteranno in teatro in occasione della tre giorni pro Aism in programma dal 4 al 6 dicembre al Teatro Sociale di Como. Per la prima volta si è deciso di puntare, oltre che su consolidati nomi dello spettacolo (Nomadi, Vecchioni, Ale & Franz), anche su una proposta in grado di portare in sala le giovani generazioni e di conseguenza sensibilizzarle su un tema importante come la lotta alla sclerosi multipla. Luca Fainello, capelli biondi e parlata fluente da navigato protagonista dello spettacolo, ha raccontato a La Provincia il successo di una stagione vissuta al massimo.
Siete pronti per questo debutto teatrale?
Siamo molto felici di iniziare questo tour perché per noi, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, suonare in acustico è la normalità. Abbiamo iniziato proprio così, esibendoci in due, con le voci e le chitarre in piccoli club. Certo ci piace molto anche l’aspetto più rock del nostro spettacolo, per tutta l’estate abbiamo suonato con una vera band e le chitarre elettriche, ma questa dimensione è quella che conosciamo meglio. In più, sul palco avremo anche un quartetto d’archi che farà risaltare gli arrangiamenti. Non vediamo l’ora di essere sul palco.
Che effetto vi fa essere nel cartellone di questa manifestazione benefica in compagnia di mostri sacri come i Nomadi e Roberto Vecchioni?
È una grossa soddisfazione per noi che abbiamo appena cominciato, praticamente da non credere. Il fatto che sia per beneficenza poi, aggiunge valore alla cosa. Se la nostra presenza potrà servire a sensibilizzare anche i più giovani verso chi vive una realtà così terribile non possiamo che esserne felici.
Siete due fratelli innamorati della musica, ma quando avete deciso di formare un duo?
Abbiamo cominciato insieme circa dieci anni fa, da cinque ci esibiamo dal vivo secondo la formula che ci ha portato al Festival di Sanremo.
La vittoria all’Ariston è stata una vera svolta..
È innegabile, la vetrina di Sanremo per un artista emergente è fondamentale. Noi abbiamo fatto del nostro meglio, certo poi ci vuole anche una discreta dose di fortuna.
Siete stati in nomination agli Mtv European Music awards come "best italian act". Come è andata a finire?
Non abbiamo vinto, ma a noi già così sembrava di sognare. Se pensate che meno di un anno fa suonavamo in piccoli pub sul Lago di Garda. In un certo senso a Como ci sentiremo un po’ a casa, visto che anche voi avete un bellissimo lago.
Cosa promettete ai giovani che verranno a sentirvi?
Che daremo il meglio di noi stessi e che tutto quello che ascolteranno sarà rigorosamente dal vivo. Siamo musicisti vecchia maniera, non usiamo nessuna sequenza o base registrata.

Fabio Borghetti

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