Teatro ragazzi a Como:
ben oltre Cappuccetto rosso

Scaramuzzino, regista del Teatro Archivolto di Genova, "promuove" l'esperienza comasca della prosa per giovanissimi, come una delle più significative in Italia


di Sara Cerrato

«Il teatro a Como? È vivo e vitale. Lo dimostra in primis una stagione ricca di spunti come quella del vostro teatro Sociale, e anche, sul fronte del teatro ragazzi, l’intensità, l’attenzione alla qualità e all’etica, che gli uomini di teatro comaschi e soprattutto Mario Bianchi, dedicano ad un genere importante e complesso anche se solitamente ritenuto minore». Sono parole lusinghiere quelle che Giorgio Scaramuzzino attore e regista, del Teatro Archivolto di Genova, personalità artistica di primo piano a livello nazionale, dedica a Como e soprattutto a chi, nella nostra città, si occupa di teatro per giovanissimi. L’occasione per una chiacchierata è stata il convegno «Oltre Cappuccetto Rosso», organizzato dall’assessorato alla Cultura della Provincia, sabato e ieri, al Sociale di Como. Si sono riuniti addetti ai lavori da varie parti d’Italia per discutere su come il teatro ragazzi non si limiti all’intrattenimento per l’infanzia ma possa proporre al suo pubblico anche temi più impegnativi. «Sì – afferma Scaramuzzino – Chi lavora in questo ambito, deve avere il coraggio di andare «Oltre Cappuccetto Rosso», per un teatro, testardamente utopico, che sappia raccontare la vita e far crescere. Così dovrebbe sempre essere, per conservarne la vitalità e la missione educatrice. Purtroppo, negli ultimi anni, anche il teatro ragazzi subisce la tentazione o la strada obbligata del mercato, un mercato malato, che limita la creatività, si omologa ad altri mezzi di comunicazione». E le qualità migliori del genere, Scaramuzzino le ritrova anche in terra comasca. «Bisogna riconoscere a Como una estrema vivacità e a Mario Bianchi, che in tutta la sua vita si è speso per far crescere, in territorio nazionale, il livello qualitativo delle produzioni, il merito di aver dato a questo genere il risalto che oggi ha. Mario è un occhio lucido e critico che ha sempre mantenuto integra l’onestà intellettuale, lavorando per il bene del teatro. Intorno a lui poi si è formato a Como e in Italia, un gruppo di operatori validi e capaci. Non dimentichiamo poi il suo ruolo nella rivista on line Eolo, che presenta e recensisce tutti gli spettacoli, crea dibattito e confronto. Ma c’è un linguaggio prettamente comasco, una cifra espressiva peculiare? «Non so individuare un preciso linguaggio – chiude il regista - Il primato mi pare più evidente nell’ approccio etico con cui qui si affronta questo teatro».

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