Trovata della tv svizzera:
Van De Sfroos muratore

Divertente la partecipazione del cantautore laghée al programma di Nicolò Casolini (Tsi) “Un giorno da” - In ritardo, ma poi si fa apprezzare: «Quello che si fa qui diventa parte della vita di altri»

Cantautore, poeta, scrittore, uomo di spettacolo, all’occorrenza anche conduttore, chitarrista, in passato autotrasportatore, marito, padre. Davide Van De Sfroos è tante cose, ma c’è una cosa che non aveva mai fatto prima. Prima di essere reclutato da Nicolò Casolini per il suo programma della Tsi elvetica, “Un giorno da”.

Il format è semplice: si prende un vip, in questo caso proprio il Bernasconi, raggiunto in Tremezzina dove è solito dare gli appuntamenti di questo tipo, ovvero al parco Olivelli, dopo una breve conversazione per presentarlo a quelli che non conoscessero “Quello della Curiera. Quello di Yanez” gli viene proposto di passare un giorno da... muratore. Sì, insomma, magütt. E così eccolo il giorno dopo in un cantiere di Bellinzona di buon mattino. Un momento: si fa presto a dire di buon mattino. Complice la micidiale statale Regina (“La corriera si è incastrata con un pullman”, si scusa al telefono con Casolini) l’artista si presenta con un ritardo di almeno tre quarti d’ora. In Svizzera. Rischia di passare come un sobillatore.

Ma Vittorio Ruperto, direttore dei lavori per la costruzione di quello che diventerà un palazzo con 49 appartamenti, gli consegna casco e guanti e chiude un occhio. Ne chiude due quanto Davide, ah, l’emozione del principiante o, forse, le mani di burro, si fa scappare il primo mattone rompendolo in due, che non è neppure facile. Ma a quel punto eccolo all’opera, prima per la posa di un muro. Dividerà la zona giorno da quella notte e dal bagno e rimarrà: «Vorrà dire che quando l’edificio sarà ultimato lo chiameremo a firmarlo», così che chi verrà ad abitarci lo sappia. Da lì passa a lavorare con il martello per il cassero di una finestra e poi, quello che si rivela essere il compito più difficile, ma dove il nostro volonteroso eccelle: la legatura dell’acciaio per l’armatura del calcestruzzo.

«Ci sono mille attenzioni – commenta Van De Sfroos – E bisogna pensare che, poi, quello che fai, quello che lasci andrà a fare parte della vita di qualcuno che un giorno abiterà qui. E ti rendi conto di come ogni cosa abbia un equilibrio”. Mentre Davide lavora, Casolini parla con gli altri operai e anche con docenti e allievi del Centro professionale tecnico Mendrisio che forma proprio questi manovali. Alla fine della giornata il cantautore – muratore viene anche giudicato. Prima nota di demerito: il ritardo iniziale (in Svizzera è un crimine contro l’umanità), un po’ impacciato, ha rotto un mattone, ma per il resto è andata bene, gli danno 4,5 su 6 (voti elvetici):«Sa fare squadra con gli altri, lega bene con i colleghi, ma soprattutto lega bene l’acciaio. Gli faremo fare il ferraiolo». Volesse appendere la chitarra al chiodo...

Invece il suo strumento se l’è portato ed è proprio con quello che allieta i compagni di lavoro intonando un nuovo brano dedicato proprio a questo mestiere che si fa subito amare per un verso: «Di fuori vedi il cemento, ma dentro è tutto cuore e chi non lo capisce non ha fatto il muratore».

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