Verga, love story comasca
negli anni "milanesi"

La relazione con Paolina Greppi, nobildonna ticinese-lariana, ebbe come sfondo il lago di Como. Viene ora rilanciata da una raccolta di racconti scritti dell'autore de "I Malavoglia" durante il lungo soggiorno lombardo

È stato nel periodo della sua frequentazione comasca che Giovanni Verga, l'autore de "I Malavoglia" ha trovato l’amore. La contessa Paolina Greppi, infatti, con la quale lo scrittore ha intrattenuto una relazione pubblica durata circa un ventennio, aveva origini milanesi e viveva a Mendrisio, ma frequentava i salotti comaschi.
L’attività culturale degli intellettuali lariani era abbastanza fiorente, forte anche dei benefici influssi milanesi, e attirava personaggi di spicco dei territori circostanti, come i Greppi e, occasionalmente, anche di altre regioni italiane, come il Verga. A testimonianza dell’emergenza sociale della famiglia della donna, è ancora oggi possibile ammirare la bella Villa Greppi a Monticello Brianza, così come l’omonimo castello di Mendrisio. Entrambi questi luoghi erano meta di visite da parte dello scrittore siciliano, ma lo "scambio" non è stato univoco: i due hanno infatti compiuto insieme anche un viaggio in Sicilia, la cui testimonianza poetica è contenuta nella novella «Fantasicherie» e nella più famosa «Vita nei campi».
La love story comasca dello scrittore siciliano si inserisce negli anni "milanesi" del narratore (a partire dal 1872), rilanciati dalla raccolta "Per le vie ed altre novelle lombarde" (edizioni Ottocento/Novecento, 16 euro, 251 pagine), curate dall'italianista Vincenzo Guarracino, collaboratore delle pagine culturali del nostro quotidiano.

Chiara Capuzzo

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