Appalti e favori in Comune
Edili, condannata l’ex numero 2

Un anno e due mesi all’imprenditrice Gloria Bianchi. Era finita indagata nell’ambito dell’inchiesta della Procura sulle paratie

Si è concluso con una condanna a un anno e due mesi di detenzione (sospesi) il processo con rito abbreviato nei confronti dell’imprenditrice Gloria Bianchi, titolare della “Bianchi geometra Dante srl” di Como e della “Bianchi sas” di Dizzasco.

Già vicepresidente Ance, Gloria Bianchi è la seconda del lungo elenco di amministratori, dirigenti, imprenditori e professionisti finiti nell’inchiesta confluita negli arresti del giugno 2016 ad avere definito la propria posizione (il primo fu l’architetto Roberto Ferrario, che patteggiò due anni).

Sentenza alla mano, e al netto di (probabili?) impugnazioni in appello, l’imprenditrice è da ritenersi colpevole di due reati, un abuso d’ufficio commesso in concorso con Antonio Ferro, dirigente comunale nonché ex responsabile del procedimento paratie a lago, e un episodio di “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” condiviso con Pietro Gilardoni, a suo tempo direttore dei lavori sul medesimo cantiere (Ferro e Gilardoni, lo ricordiamo, hanno preso tutt’altra strada processuale e sono attualmente imputati davanti al tribunale ordinario).

Il reato di “turbata libertà” si consumò, secondo la prospettazione che ne trasse la Procura, nell’avere Gilardoni chiamato la titolare della Bianchi al telefono prima che il Comune - ente per il quale Gilardoni lavorava in quanto dirigente del settore Reti - mettesse a punto il capitolato d’appalto per i lavori per il rifacimento delle piazze Roma e Grimoldi. La telefonata serviva a capire se l’impresa fosse o meno in possesso di una certa certificazione , così da poterla inserire nel bando e invitarla alla gara.

Il secondo reato, un abuso d’ufficio in concorso con Ferro, consistette nell’avere ottenuto una proroga di un contratto per la manutenzione di alcuni edifici scolastici comunale (le elementari di via Perti, per esempio) e nell’avere ottenuto un invito a due gare pubbliche, nonostante il rapporto sentimentale che a quanto pare la legava all’ingegnere, il quale avrebbe dovuto pertanto attenersi all’obbligo di astensione. Di sicuro, come ebbero modo di evidenziare anche i difensori di Gloria Bianchi (gli avvocati Simone Gilardi ed Ettore Notti), l’azienda aveva titolo e diritto per partecipare a quei bandi e per gestire quegli appalti.

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