Asfaltature, pasticcio dell’Anas
Detriti e polvere dappertutto

Sulla Regina a Griante strada fresata mentre negozi, bar e ristoranti erano ancora aperti. C’è chi ha protetto le vetrine e chi si è ritrovato i locali invasi dallo sporco: «Chiederemo i danni»

L’Anas ha sollevato un altro polverone lungo la Regina e questa volta non solo in senso astratto. Già perché i lavori di riasfaltatura tra le località Maiolica e Cadenabbia si sono rapidamente trasformati in un caso, con polemiche vibranti da parte degli esercenti - con annesse richieste di danni - e con il Comune sulle barricate, pronto a chiedere chiarimenti non solo per i disagi subiti in prima persona (leggasi due specchi stradali rotti e un idrante aperto), ma anche per quelli provocati a bar, ristoranti, negozi e attività.

Ma andiamo con ordine. “Senza preavviso”, come ha rimarcato a “La Provincia” il vicesindaco Pietro Ortelli, l’impresa che ha in appalto per Anas le asfaltature di questa porzione di Regina si è messa all’opera di sera con diverse attività ancora aperte. E con la fresatura e la successiva raccolta del manto fresato, una spessa coltre di polvere si è alzata invadendo ogni cosa- Una situazione che si è protratta sino al giorno successivo.

Alcune attività - tra cui un bar - si sono viste costrette a chiudere per evitare guai peggiori, altre la spiacevole sorpresa se la sono trovata la mattina seguente. E c’è anche chi ha dovuto chiamare un’impresa di pulizia per ripulire e sanificare tutti gli ambienti. Polvere dappertutto, che ha subito “fatto spessore”, come si dice in gergo.

C’è chi, in vista della fine dei lavori, ha protetto quanto poteva con teli spessi sulle vetrine e con cartelli a indicare che nonostante tutto l’attività era aperta. Ieri i primi due esercenti hanno protocollato in Comune una lettera in cui chiedono all’amministrazione di fare da tramite per disagi e danni subiti. Altri lo faranno nei prossimi giorni.

«Ci siamo trovati con due specchi stradali rotti e con un idrante aperto - dice il sindaco -. Anas dovrà fornire tutte le spiegazioni e non basteranno, tenendo conto anche del periodo di piena emergenza che stiamo vivendo».

(Marco Palumbo)

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