Bellagio, «Una vita da clochard
Prima bruciavo i soldi
ora mi basta la Bibbia»

Valentino Ileiv, italiano di origini bulgare dorme davanti alle chiese e rifiuta ogni aiuto economico

Radio Maria (o Radio Mater, unica alternativa) a tutto volume, un cartone steso per terra sul sagrato di una chiesa, una Bibbia come sola lettura e una coperta per ripararsi dal freddo.

Questo è il giaciglio - e tutto l’avere - di Valentino Ileiv, 60 anni, un clochard di origine bulgara ma con cittadinanza italiana. Eppure il termine clochard non definisce bene la filosofia di quest’uomo, che ha scelto la vita di strada per una personalissima forma di protesta contro globalizzazione e consumismo. Seguendo, come ama spiegare, l’esempio di San Francesco che predicava la povertà.

Barba incolta, sorriso aperto, uomo di grande fede dice di aver conosciuto tre Papi e svariati vescovi, e spiega che sceglie appositamente di dormire vicino alle case del Signore. Persona colta, discute con proprietà di termini di religione e filosofia a conferma di quella regola che non sempre l’abito fa il monaco.

Lo conoscono tutti, ma proprio tutti. Ogni anno arriva a più riprese a Bellagio, quasi una sorta di provocazione non intenzionale visto che la perla del lario è conosciuta per il (ricco) turismo internazionale. E’ accaduto anche quest’anno ed è ripartito ieri da Casate - dopo aver dormito per alcuni giorni sul sagrato della Chiesa di Sant’Antonio - prendendo la direzione di Lecco.

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