Bellano, cinghiali sul balcone: «Problema enorme, non si può gestire»

Bellano Una famigliola di ungulati ripresi in un video dai residenti di una casa dirimpettaia, cercano l’uscita Cendali: «Non ha predatori, è più forte anche del lupo»

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A spasso sul balcone di casa: sono le ultime immagini che documentano l’ennesima escussione di una famiglia di cinghiali nel centro abitato di Bellano, nella frazione di Lezzeno, dietro al Santuario della Madonna delle lacrime.

Sono di ieri mattina, alle 6.30, documentate da due video fatti da una casa di rimpetto: si vedono otto ungulati, quattro grossi adulti e quattro piccoli passeggiare sul terrazzo in cerca dell’uscita e poi sparire dietro l’angolo mentre nell’altro si vedono scappare via veloci, in fila indiana.

Bellano, cinghiali sul balcone: «Problema enorme, non si può gestire». Video

C’è stata anche una zuffa con una volpe che aveva attaccato uno dei piccoli.

I video sono stati recapitati al sindaco Antonio Rusconi che ha provveduto ad avvisato la polizia provinciale ed ha informato anche il Comprensorio di caccia con il quale c’è la convenzione per incentivare l’abbattimento dei piccoli cinghiali, che rendono meno come carne rispetto agli adulti.

È solo l’ultimo caso, stavolta ancora più vicino alle case, dopo le segnalazioni ad Oro, La Valletta e in Muggiasca.

«Quello che possiamo fare è questo. Abbiamo la convenzione che dovremo rinnovare e che ha dato qualche frutto. In più. grazie ai fondi della Regione, – afferma Rusconi – stiamo terminando il locale per la macellazione in cui mancano solo le celle frigorifere per cercare di agevolare l’azione dei cacciatori».

Marco Cendali è presidente del Comprensorio alpino di caccia “Prealpi lecchesi” che ha sede a Bellano e si estende da Introbio a Colico.

I dati parlano da soli: diciotto (il massimo) sono stati uccisi nell’area del monte Muggio che comprende Bellano.

Il problema è come arginare il fenomeno: «In mezzo alle case non si può sparare. - ricorda Cendali – Da luglio ad oggi ne sono stati abbattuti più di cento, il massimo possibile, però ci sono delle regole. Questi erano a 50 metri da casa mia. Il problema c’è, non finirà mai, perché il cinghiale non ha predatori. Può anche arrivare il lupo ma prima attaccherà le pecore e le capre perché altrimenti rischia anche lui. Aumentare la caccia nelle zone impervie crea il problema del portare a valle il capo. Bisognerà imparare a convivere con i cinghiali che partoriscono due volte l’anno. Io sono per l’eradicazione anche perché mi hanno ucciso il cane».

Vicino alle case potrebbero essere usate le gabbie: «Sì, però il problema è gestirle. - dice Cendali – Da chi? I cacciatori preferiscono andare a caccia perché la preda resta a loro, quelli delle gabbie vanno dati alla Provincia. Nella nuova convenzione con il Comune faremo inserire anche l’abbattimento delle femmine».

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