Bracconieri, la polizia si mobilita
«Useremo anche i visori notturni»

Dopo il pastore tedesco rimasto ucciso in una trappola a Sorico interviene il comandante Testa: «Contro i barbari controlli con le fotocamere termiche. Ma i cani non vanno lasciati liberi così»

Condanna del bracconaggio e richiamo altrettanto determinato nei confronti di quei proprietari di cani che lasciano scorrazzare liberamente i propri animali. Si riassume così l’intervento del comandante della polizia provinciale, Marco Testa, all’indomani del brutto episodio di bracconaggio capitato alla Poncetta, con Thor, un pastore tedesco di cinque anni, rimasto intrappolato in un laccio teso per catturare cervi.

L’animale era scomparso la sera del 6 gennaio e a una settimana di distanza è stato rinvenuto senza vita sotto un telone nei pressi della stazione Telespazio con un laccio attorno al collo. L’episodio ha suscitato tantissime reazioni di solidarietà e di censura nei confronti dei bracconieri e Testa rimarca, in particolare, come i lacci rappresentino un espediente addirittura barbaro di cattura; non risparmia, tuttavia, nemmeno chi contravviene alle regole imposte ai proprietari dei cani.

Ma chi è il bracconiere e perché ricorre a metodi barbari per catturare selvaggina? «Si tratta per lo più di soggetti al margine della società. Il patrimonio faunistico del territorio attuale è notevole, soprattutto per quanto riguarda cervi e cinghiali. Il bracconaggio riusciamo a tenerlo sotto controllo – conclude Testa – . Oggi disponiamo di sistemi, tra l’altro, che ci agevolano nel controllo, come le fotocamere termiche, che consentono di rilevare la presenza di persone o oggetti sul lungo raggio».

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