Caserma di Dasio, la verità di Farina
«Davo solo consigli per salvarla»

L’ex sindaco di Valsolda in Tribunale, questa volta come testimone, è apparso battagliero

«Ho indicato la necessità di cambiare la categoria dell’ex caserma della Guardia di finanza di Dasio. Il lavoro del sindaco è anche quello di andare incontro alle esigenze della popolazione e quella struttura era decadente, con evidenti segni di pericolosità per la cittadinanza. Per questo ci tenevo che l’intervento venisse portato a termine, con appartamenti piccoli da affittare e destinare ad appassionati della montagna, in un punto in cui partono le escursioni per gli alpeggi».

L’ex sindaco di Valsolda, Giuseppe Farina, travolto dallo scandalo scoperchiato dalla Guardia di finanza e dalla Procura (più episodi di corruzione, per pratiche edilizie che per l’accusa furono “sistemate” grazie all’intercessione del sindaco e del suo socio di studio, Silvio Lamberti), ha parlato ieri in aula raccontando la propria verità.

L’occasione è stato il processo alle uniche due persone che non avevano voluto definire le rispettive posizioni con riti alternativi, ovvero Massimo Bandi (64 anni) e Marco Panicci (60 anni), l’uno proprietario di uno stabile in cui voleva realizzare un box, l’altro referente di un progetto di ristrutturazione dell’ex caserma. Farina ha parlato a lungo come “testimone assistito”

«La storia della caserma parte del 1995 – ha detto Farina – Fu ceduta in un’asta pubblica, ma quando divenni sindaco ricevetti molte lamentele perché era fatiscente. Trovai l’accordo per l’acquisto ad appena 50 mila euro. Il consiglio comunale diede parere favorevole ma ci fu detto che la finanziaria lo impediva».

Per questo teneva al fatto che tutto venisse sistemato. «Faccio l’architetto da 50 anni e credo di capirci – ha detto in aula – Così ho indicato un cambio di categoria che avrebbe potuto portare a migliorie, come finestre più ampie e pannelli fotovoltaici».

È stato in questo punto della deposizione che si è inserito uno scambio acceso con la pm Simona De Salvo. «Quindi conferma di aver dato indicazioni sulle modifiche?». «Il lavoro del sindaco è andare incontro alle esigenze della popolazione, e quella caserma era fatiscente», è stata la replica. «Ma in questo caso le esigenze erano di un privato, non della popolazione», è stata l’ulteriore risposta dell’accusa.

«Nel 2018 la caserma stava crollando – ha proseguito Farina – Era pericolosa, bisognava intervenire. Ed in ogni caso la modifica della categoria poteva essere fatta anche dalla commissione paesaggio nominata dall’ufficio tecnico».

In questa vicenda sarebbe spuntata anche una intercettazione agli atti, attribuita allo stesso Farina («Gli andiamo incontro anche come comune») che per l’accusa altro non era se non la conferma dell’intervento dello studio del sindaco per la «trasformazione della ex caserma di Dasio – come si legge nell’imputazione – in 9 unità abitative… previa variazione di categoria del fabbricato senza il cui predetto intervento di ristrutturazione non poteva essere realizzato».

Il comune di Valsolda, rappresentato dall’avvocato Fabio Gualdi, è parte civile.

(Mauro Peverelli)

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