Corruzione a Valsolda
Ex sindaco verso il carcere

La corte di Cassazione ha confermato la condanna a 3 anni e mezzo per Giuseppe Farina e per il socio. Nessuna sospensione della pena

La corte di Cassazione chiude definitivamente il caso delle mazzette chieste e ottenute dall’ex sindaco di Valsolda per aggiustare l’iter edilizio dei clienti del suo studio. Ma ora che la pena a 3 anni e mezzo di carcere è definitiva, per Giuseppe Farina rischia di aprirsi la strada verso il carcere. E lo stesso vale per l’ex socio di studio, Silvio Lamberti, che aveva patteggiato 3 anni e 4 mesi di reclusione sempre per corruzione.

Il motivo per cui nei prossimi giorni il giudice delle esecuzioni potrebbe disporre la carcerazione per il duo Farina-Lamberti è legato al fatto che alcune contestazioni mosse dalla Procura e dalla Guardia di finanza, e cristallizzate dalla sentenza della corte di Cassazione che ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati, sono avvenute dopo l’entrata in vigore della legge spazzacorrotti, alla fine di gennaio del 2019. Quella norma prevede, per alcuni reati, l’impossibilità di procedere alla sospensione dell’esecuzione della pena per le condanne sotto i quattro anni di reclusione. Tra questi, anche i reati contro la pubblica amministrazione, corruzione in primis. Farina e Lamberti, in ogni caso, una parte della pena l’hanno già scontata durante la custodia cautelare (poco meno di un anno).

Farina era stato arrestato - e infine condannato in via definitiva - per aver accettato denaro da ben sette clienti del suo studio professionale per far approvare dal Comune pratiche edilizie proibite. Il suo socio di studio doveva rispondere di cinque casi di corruzione. I due avevano anche patteggiato la pena relativa agli abusi edilizi commessi, nel rilasciare le autorizzazioni.

L’articolo completo su La Provincia di domenica 15 novembre

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