Dogana di Valmara
L’ultima speranza
è il premier Conte

Alta Valle Intelvi: il presidente della Comunità Montana ha scritto al presidente del Consiglio per chiedere la riapertura del valico con il Canton Ticino

«Il valico della Valmara, ad Arogno (Canton Ticino, Svizzera), è stato chiuso per l’emergenza Coronavirus, ma, a differenza degli altri tre valichi della provincia (il riferimento alle recenti riaperture di Maslianico, Ponte Faloppia Ronago unite ad orari più flessibili a Bizzarone, ndr), non è stato ancora riaperto. Questo sta creando seri disagi, costringendo i lavoratori frontalieri ad un percorso alternativo più lungo».

Eccola la lettera - annunciata lunedì pomeriggio durante il presidio in Valmara, sotto la pioggia battente - che il presidente della Comunità montana Lario-Intelvese, Ferruccio Rigola, ha inviato al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte.

All’ente comunitario con sede a San Fedele d’Intelvi (Centro Valle Intelvi) fanno capo 20 Comuni, 11 dei quali appartenenti al territorio intelvese. Dunque, si tratta di una mobilitazione su larga scala, iniziata con il disappunto del sindaco di Centro Valle Intelvi e consigliere provinciale, Mario Pozzi e proseguita poi con prese di posizione forti a tutti i livelli istituzionali.

Il concetto di fondo è sotto gli occhi di tutti. Con la Valmara chiusa dall’11 marzo, la Val d’Intelvi è tagliata fuori dai collegamenti con il Canton Ticino. Il che significa 60 chilometri in più e almeno 2 ore in più d’auto al giorno. «I sindaci della Valle Intelvi hanno dato vita ad una manifestazione pacifica e composta, ma carica di significato per richiamare l’attenzione sul problema e rappresentare la propria unità d’intenti, radunandosi tutti insieme in fascia tricolore davanti al valico - scrive ancora Ferruccio Rigola - Spero vivamente in un tempestivo accoglimento delle nostre istanze».

L’articolo completo su La Provincia di giovedì 14 maggio

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