Dongo, i carabinieri tornano in chiesa
«Anziani, state attenti ai truffatori»

Interventi anche a Porlezza e Pellio Intelvi con una raccomandazione: «Non aprite a persone sconosciute»

Nelle chiese fra Lario e Ceresio, domenica 15 novembre, al termine delle messe festive sono intervenuti i marescialli delle caserme locali per fornire ai fedeli consigli utili a prevenire raggiri, che le restrizioni dell’emergenza coronavirus rischiano di moltiplicarsi. Nella primavera scorsa, in occasione della prima ondata pandemica, non erano mancati gli episodi riprovevoli ai danni delle fasce più deboli della popolazione, in particolare gli anziani: in più casi dei sedicenti dipendenti di aziende sanitarie si presentavano all’ingresso di abitazioni a proporre test col tampone a pagamento o altre forme di truffa. In questo fine settimana, di conseguenza, grazie alla disponibilità delle parrocchie di Porlezza, Dongo e Pellio Intelvi, paese del Comune di Alta Valle Intelvi, al termine delle funzioni religiose sono saliti sull’altare i comandanti delle rispettive caserme dei carabinieri: il maresciallo capo Luca Donadio nella parrocchiale di San Vittore a Porlezza, il maresciallo Generoso Schiavone nel santuario della Madonna delle Lacrime a Dongo e il maresciallo maggiore Luigi Vasta nella chiesa di San Michele a Pellio. Gli interventi sono stati introdotti da parole di ringraziamento dei parroci per l’operato che svolge l’Arma e i consigli forniti sono quelli pratici e basilari: quello, innanzitutto, di non aprire la porta a persone sconosciute, anche se si annunciano come tecnici o consulenti di enti o aziende note; e poi, di non esitare a chiamare il 112 dinanzi all’insistenza di chi pretende di entrare. Le forme di raggiro non si limitano a quelle dirette che avvengono suonando il campanello di casa; negli ultimi anni, infatti, sono progressivamente aumentate le telefonate pubblicitarie ai limiti della legalità o addirittura, con tentativi, che spesso vanno a buon fine, di far sottoscrivere contratti di varia natura a persine anziane. Ma i rischi maggiori si corrono, inevitabilmente, consentendo ad estranei di entrare in casa, perché a quel punto anche l’incolumità fisica risulta a repentaglio. Ed è soprattutto nei piccoli Comuni di provincia, dove fino a una quindicina d’anni fa la gente non pensava a dotarsi di porte blindate, a fare recinzioni attorno a casa e usciva a fare la spesa senza nemmeno chiudere la porta a chiave, che si gioca sulla fiducia dei residenti. In tutti e tre i casi, ieri, gli incontri, dinanzi a una nutrita assemblea, sono terminati con la consapevolezza, da parte dei conferenzieri, di aver contribuito a rafforzare la consapevolezza dei rischi.

(Gianpiero Riva)

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