Dongo, il vescovo ai frati
«Avete fatto molto»

Monsignor Cantoni, rattristato per la partenza dei religiosi, ha comunque assicurato l’impegno della diocesi per garantire le funzioni nel convento e la tutela della grande biblioteca

Un vescovo attento e sensibile. Attento perché si è interessato alle sorti del convento di Dongo. Sensibile perché, intervenuto in paese per la celebrazione della messa solenne della rievocazione del miracolo della lacrimazione, ha dato la priorità a una ricorrenza moto sentita dalla comunità locale e solo al termine ha annunciato alla folta assemblea presente la sua decisione di garantire comunque una presenza nel complesso francescano.

«Le celebrazioni religiose e la possibilità di confessione, nel santuario continueranno ad essere garantite – ha assicurato monsignor Oscar Cantoni –. Sarà la Diocesi, d’ora in avanti, ad occuparsi della gestione, lasciando stabilmente un sacerdote sul posto».

«Stiamo studiando il modo per mantenere in vita nella maniera più opportuna anche il convento - ha aggiunto -: lo vogliamo ancora luogo di attività pastorale e spirituale, di esercizi per i religiosi e magari anche come luogo che ospiterà sacerdoti anziani ancora in grado di collaborare con le parrocchie locali. I frati stessi torneranno di tanto in tanto a Dongo per mantenere vivo il rapporto con i laici secolari francescani che hanno saputo formare in questi anni».

In quest’ultimo anno c’è stata molto subbuglio per la ventilata partenza dei frati anche in relazione alle sorti della preziosa biblioteca del convento, che conserva un’infinità di volumi, tra i quali antichissimi libri corali risalenti al ‘600.

Monsignor Cantoni non l’ha dimenticata: «Sono ben consapevole anche dell’importanza della biblioteca del convento: abbiamo incontrato, a tal proposito, l’amministrazione comunale di Dongo e contattato il centro studi Rusca di Como, per fare in modo che anch’essa venga valorizzata e usata come merita». Idee già ipotizzate, ma comunque attese dalla comunità, presente come al solito in maniera massiccia alla celebrazione del 6 settembre.

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