Due medici per quattro Comuni
Laglio e Moltrasio protestano

Situazione delicata anche a Brienno e Carate Urio. La soluzione indicata da Ats non convince i sindaci

Due soli medici di base, di cui uno appena nominato in via temporanea e l’altro storico del territorio ma verso il pensionamento, a coprire i Comuni di Brienno, Laglio, Carate Urio e Moltrasio, che insieme contano oltre 4000 abitanti. È davvero delicata la situazione, tanto da spingere i sindaci Roberto Pozzi (Laglio) e Carmela Ioculano (Moltrasio) a rivolgersi direttamente ad Ats Insubria, affinché intervenga con misure a sostegno dei due medici. La dottoressa Camilla Cappelletti, subentrata ad ottobre con incarico provvisorio al posto di Alfredo Maggi per Laglio e Fabio Moltrasio per Moltrasio (entrambi in pensione) cesserà il proprio incarico domenica 27 dicembre e dal 28 le succederà la dottoressa Cecilia Guanziroli, neolaureata e anche lei giovanissima, 26 anni, con incarico temporaneo. Un compito non indifferente per lei, visto che avrà appunto sulle spalle i cittadini di tre Comuni, considerando che a Carate c’è il dottor Carlo Rezzani. Pozzi e Ioculano hanno dunque chiesto ad Ats la possibilità per la dottoressa Chiara Monasterolo, esercitante ad Argegno, di aumentare i propri assistiti (ad ora ne ha 400) per dare un aiuto alla vicina collega, valutandone l’assegnazione anche su Laglio. Proposta bocciata da Ats per una questione di normative che prevedono per lei un solo incarico. L’Agenzia di Tutela della Salute dell’Insubria ha però pensato di dare la possibilità al dottor Rezzani di acquisire altri pazienti fino al limite di 1750. Una soluzione che non ha convinto i primi cittadini. «La nostra preoccupazione è che tale soluzione, con soli due medici per oltre 4000 abitanti, non consenta di garantire un adeguato servizio – ha precisato Pozzi – tenuto conto della situazione attuale di piena pandemia e in vista della campagna vaccinale. La normativa non consente alla dottoressa Monasterolo di prendere incarico anche a Laglio: normativa che può certamente valere in tempi normali, non certo “di guerra” come quelli che stiamo vivendo». «La situazione di emergenza sanitaria dovrebbe indirizzare verso soluzioni di buonsenso – fa eco Ioculano – prima ancora che di rigida applicazione di protocolli. Norme e regolamenti devono essere posti alla base di un buon servizio al cittadino, con soluzioni che ne agevolino l’assistenza anche in ambito domiciliare. E’ essenziale la presenza di un medico per ciascun Comune, o comunque che si ascoltino le proposte di chi ha maggior conoscenza del proprio territorio. Infine vorrei sapere se la dottoressa Guanziroli, una volta iniziata la scuola di specializzazione, potrà mantenere l’incarico e se tale soluzione comporterà una riduzione dell’attività medica, oppure se dovremo patire l’ennesima sostituzione. È importante coprire buchi, ma lo è ancora di più non perdere di vista la centralità dell’assistito».

(Daniela Colombo)

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