Faloppio, sospesa dal lavoro
«Ma come infermiera
potrei rendermi utile»

Cristina Locatelli riesce a fare volontariato come responsabile del Centro d’Ascolto del Vicariato

«Io so che cosa vogliono dire la solitudine, l’emarginazione e il bisogno. Io so che cosa vuol dire la costrizione tra quattro mura per mesi »: sono le parole di Cristina Locatelli, figura nota per l’impegno civico e sociale da lunga data e coinvolta nella vicenda giudiziaria di mazzette a Valsolda.

Parole che non escono dalla pagina giudiziaria ancora aperta: è atteso il giudizio di secondo grado; il processo in tribunale a Como si è concluso poco tempo fa con una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione per corruzione e ad un risarcimento di 30mila euro a favore del Comune di Valsolda per danni d’immagine: la somma contestata ammonta a 1.500 euro e sarebbe stata versata per ottenere il permesso di realizzare una terrazza su una casa in ristrutturazione.

Provvedimento accessorio: Cristina Locatelli è stata sospesa da consigliera comunale a Faloppio per 18 mesi. «Sono infermiera, specializzata in oncologia: resto sospesa dal lavoro e dallo stipendio. In questo momento di emergenza sanitaria – si rammarica – potrei essere utile, in ospedale e sul territorio». Ma è anche responsabile del Centro d’Ascolto del Vicariato di Uggiate Trevano – Olgiate Comasco e da qui non s’è dimessa.

«Quanto dolore, quanta sofferenza materiale e morale mi raggiungono. Il telefono del Centro è deviato su casa mia e, in contatto anche con le assistenti sociali, sto rispondendo alle richieste – si rincuora – chi vuol pane, chi vuol latte per i bambini, chi conforto: collego e provvedo, senza uscire da casa. Indico dove reperire pacchi e come trovare i servizi che i Comuni hanno messo a disposizione».

Il racconto completo sul quotidiano La Provincia in edicola domenica 5 aprile 2020

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