Favori e appalti in Comune
Assolta l’ex vice degli Edili

I giudici d’appello ribaltano la condanna di primo grado - Gloria Bianchi era stata indagata nell’ambito delle indagini sulle paratie

La Corte d’Appello di Milano ha assolto ieri dalle accuse di abuso d’ufficio e “turbata libertà nella scelta del contraente” l’imprenditrice Gloria Bianchi, già vicepresidente degli Edili di Como, rimasta coinvolta nell’indagine che due anni fa la Procura condusse sul caso paratie, e per la quale si sta tuttora celebrando il processo di primo grado a carico degli altri imputati che avevano scelto la strada del dibattimento.

La sentenza di assoluzione - che cancella la condanna a un anno e due mesi che Gloria Bianchi rimediò a Como lo scorso novembre - è stata pronunciata con la formula dubitativa che si applica a tutti i casi di prova «insufficiente o contradditoria».

Per sapere quale di queste fattispecie abbia indotto i giudici a cancellare la sentenza di primo grado, bisognerà attendere 60 giorni, il tempo necessario perché il tribunale depositi le motivazioni.

Titolare della “Bianchi geometra srl” di Como e della “Bianchi sas” di Dizzasco, l’imprenditrice era rimasta coinvolta in due vicende collaterali rispetto a quella principale, vicende nelle quali la Procura (pm Pasquale Addesso) si era imbattuta indagando sulle paratie.

Il primo episodio riguardava un presunto abuso d’ufficio commesso in concorso con l’ex responsabile del procedimento paratie Antonio Ferro: sosteneva l’accusa che l’imprenditrice comasca avesse ottenuto una proroga di un contratto di manutenzione di alcuni edifici comunali (per esempio le scuole elementari di via Perti) e un invito a due gare pubbliche nonostante il buon rapporto di amicizia intrattenuto con Ferro, il quale, nella lettura dell’accusa, avrebbe dovuto per questo rispettare l’obbligo di astenersi. Il secondo episodio, asseritamente commesso in concorso con l’ex direttore del cantiere paratie Pietro Gilardoni, sarebbe consistito nell’avere quest’ultimo chiamato Gloria Bianchi al telefono prima che il Comune - ente per il quale Gilardoni lavorava in quanto dirigente del settore Reti - mettesse a punto il capitolato d’appalto per il rifacimento delle piazze Roma e Grimoldi; secondo l’accusa quella telefonata assolse alla necessità di capire se l’impresa Bianchi fosse o meno in possesso di una determinata certificazione, così da poterla inserire nel bando e invitarla alla gara.

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