Frane, la rabbia dei sindaci: «Ci hanno dimenticato»

Reazioni Trabucchi: «Dateci subito i soldi peri lavori». Citterio: «Il maltempo non aspetta». Rigola: «Una regia»

Il nemico contro cui combattere non sono solo i 100,1 millimetri di pioggia caduti in una manciata di ore nel Basso Lario (sponda orientale inclusa) e che rappresentano un terzo delle precipitazioni che si sono riversate su questa porzione di territorio da inizio anno ad oggi. Già perché secondo il racconto dei sindaci che dal 25 luglio 2021 stanno lottando per riparare le ferite della bomba d’acqua che si è abbattuta su un’ampia porzione di lago e valli adiacenti il vero nemico è rappresentato dall’incertezza legata ai tempi di realizzazione delle opere.

I tempi biblici della burocrazia non si sposano con situazioni come quella che purtroppo si è riproposta a Laglio

Silenzi e continue richieste di integrare studi, documenti, progetti non giovano alla causa, anche perché per dirla con il sindaco di Blevio Alberto Trabucchi «i soldi servono e servono subito, a cominciare da quelli stanziati grazie al Pnrr. Siamo a luglio e non ci sono giunte ancora comunicazioni ufficiali. Di questo passo entreremo nel vivo dell’argomento a settembre. Sfida ardua per Comuni piccoli come il nostro, cui sono stati assegnati 12 milioni 300 mila euro. I tempi biblici della burocrazia non si sposano con situazioni come quella che purtroppo si è riproposta a Laglio, tenendo conto che per noi - come credo per la quasi totalità dei Comuni interessati dall’eccezionale ondata di maltempo dello scorso anno - non si è ancora chiusa la partita dei fondi connessi alla somma urgenza. All’appello a noi mancano ancora 400 mila euro».

Il sindaco della vicina Torno, Rino Malacrida, si affida all’insegna del massimo pragmatismo ad una riflessione che vale per l’intero territorio lariano incastonato tra lago e valli adiacenti: «Le nostre sono zone con una conformazione geologica molto particolare. Per metterle in sicurezza servirebbero almeno dieci anni. Come purtroppo riscontrato anche la notte scorsa, la natura non aspetta. Che fare dunque? Non credo sia un problema di persone, ma di obiettivi. Il Governo o la Regione ci diano un commissario ad hoc che possa gestire i fondi destinati a fronteggiare il dissesto idrogeologico. Sto parlando di una figura tecnica e non politica. Bisogna fare presto e bene, ma i piccoli Municipi - che spesso hanno un tecnico part-time - si trovano ad affrontare una lotta impari. Da Blevio a Bellagio servono circa 40 milioni per interventi alla voce “dissesto”. Noi sindaci siamo in piena sintonia, ma poi di mezzo ci sono mille adempimenti cui assolvere. E i tempi si allungano all’infinito».

Anche Maslianico lo scorso 27 luglio ha dovuto fare i conti con la furia del maltempo. «Eppure, pur con l’urgenza di eseguire un intervento da 300 mila euro sull’ultimo tratto della Roggia Molinara - al confine con Cernobbio - ci sono voluti otto mesi prima di venirne a capo - conferma il sindaco Tiziano Citterio - Lì c’è l’urgenza di togliere il cosiddetto “effetto tappo” che una nuova ondata di pioggia torrenziale potrebbe portare in dote. Ci è stato finanziato l’intero intervento da 900 mila euro, ma come Amministrazione abbiamo scelto di iniziare da lì, visto il problema urgente da risolvere. Ci si è messa di mezzo la burocrazia, attraverso l’esame dei fanghi e molto altro. Fortunatamente stiamo per venirne a capo».

senza una regia unica i piccoli Comuni rischiano di arrancare di fronte alla grande opportunità offerta dai fondi Pnrr

Anche dal primo cittadino di Schignano (e presidente della Comunità montana Lario-Intelvese), Ferruccio Rigola arriva la conferma che «senza una regia unica i piccoli Comuni rischiano di arrancare di fronte alla grande opportunità offerta dai fondi Pnrr. A Schignano sono stati assegnati tre milioni e mezzo di euro. Ad oggi non ci è giunta alcuna comunicazione scritta. E tra meno di un anno bisogna essere pronti con il bando di gara. Spero e mi auguro che qualcuno venga in nostro soccorso”.

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