Griante, cantiere della Greenway
Il Comune sfida l’Anas davanti ai giudici

Doppio procedimento contro le multe per nove mila euro e il blocco dei lavori

Non è affatto terminato il braccio di ferro tra Griante e Anas per i lavori relativi al prolungamento della Greenway (lato lago), già oggetto di polemiche e di un botta e risposta a suon di Pec nel corso dell’autunno. Con una delibera di giunta, il Comune ha formalizzato l’incarico all’avvocato comasco Lorenzo Spallino - figura molto conosciuta del foro lariano - per la consulenza e l’assistenza giudiziale davanti al Tar della Lombardia contro il diniego a proseguire i lavori formalizzato da Anas lo scorso 30 marzo, ultimo atto di una vicenda che in prima battuta approderà il 12 giugno davanti al giudice di pace. E questo perché il Comune - sempre tramite l’avvocato Lorenzo Spallino - ha deciso di impugnare le quattro sanzioni da oltre 9 mila euro formalizzate da Anas e relative alla presunta mancanza di autorizzazioni per eseguire le opere (circostanza questa contestata dal Comune). Riavvolgendo il filo di questo braccio di ferro, va rimarcato il fatto che il responsabile dell’area tecnica comunale, Marcello Dell’Orto, aveva a suo tempo raccolto un dossier fotografico e documentale (ne avevamo già parlato sul nostro giornale) in cui si evidenziano le pecche nella posa del guard rail nonché i danni provocati dalla posa stessa - durante un precedente cantiere targato Anas - all’illuminazione pubblica. Nella delibera di giunta, relativa all’incarico all’avvocato Lorenzo Spallino per il ricorso al Tar, il Comune ha evidenziato che «suddetto diniego è da ritenersi illegittimo, in quanto lo stesso (vale a dire il Comune, ndr) ritiene di aver acquisito, tramite silenzio assenso, regolare autorizzazione all’esecuzione dei lavori». Peraltro i lavori riprenderanno già questa settimana, con la posa delle ringhiere a protezione della passeggiata e l’installazione del guardrail. E questo perché al momento non si sussistono ragioni ostative per completare i lavori, che a metà febbraio avevano raggiunto il punto più alto delle polemiche, con uno scambio di accuse tra Comune e Anas per le code chilometriche causate dal semaforo - causa cantiere - posato da Anas. Proprio in quel frangente, Anas aveva fatto sapere con i crismi dell’ufficialità di aver inviato al Comune (e per conoscenza alla Prefettura) una diffida a proseguire i lavori, iniziati senza autorizzazione. Accuse prontamente respinte al mittente dal Comune, che aveva parlato di «pericolo per i pendoni in transito», legati ai new jersey posati da Anas a bordo strada. Tutto questo senza dimenticare il braccio di ferro dell’estate 2020 legato ai lavori di riasfaltatura, con detriti e polvere che avevano “invaso” Cadenabbia con il vicesindaco Pietro Ortellisulle barricate.

(Marco Palumbo)

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