Il lago affascina il rapper
Emis Killa: «È bellissimo»

Il cantante viene spesso in moto tra Cernobbio e Menaggio - «Appena ho un momento libero vengo qui, c’è un paesaggio straordinario»

Su una delle tante moto che si vedono sulla Regina potrebbe esserci lui: Emis Killa, 28 anni, rapper di successo, tra i migliori in Italia, quattro album alle spalle, fuori ora con il quinto, «Supereroe», che ha già monopolizzato i primi posti delle classifiche, praticamente con tutti i brani dell’album.

Killa, che arriva da Vimercate e all’anagrafe si chiama Emiliano Giambelli, ama il lago e viene spesso a fare un giro tra Cernobbio e Menaggio e oltre.

«Appena ho un momento libero arrivo dalle vostre parti – dice -, avete un paesaggio straordinario, siete fortunati. Sono posti magnifici».

Killa ha una fidanzata storica, francese, ed è appena diventato papà di una bambina che si chiama Perla Blue. Dice che farà più giudizio ora che è padre, «ma la moto non la mollo». Quindi sul lago verrà spesso: «Il panorama è meraviglioso ed perfetto per fare un giro in moto».

Il disco non ha ancora brani dedicati alla bambina («È arrivata appena ho chiuso il progetto, ma penso che influenzerà il mio modo di scrivere»).Intanto indossa una collana con il suo nome. Non mostra la sua piccola sui social e neanche la fidanzata. «Per fare questo lavoro devi essere pronto ad essere criticato – ha detto -. Io sono abituato agli insulti ma non voglio esporre le persone che amo a questa gogna. E poi non amo mischiare lavoro e vita privata. Odio il gossip e i paparazzi, quando mi fanno le foto di nascosto, con la bocca aperta, magari».

Il casco, di sicuro, lo aiuta con la privacy. Ma Emiliano è anche un ragazzo molto gentile che non rifiuta mai una foto, sempre che non gliela si chieda mentre sta mangiando oppure facendo finta sia per qualcun altro. «Se uno dice, sono un tuo fan la faccio volentieri». Emis Killa è un tipo diretto, dice sempre la verità, e anche questo è un superpotere. Ma ne ha anche un altro, ancora più importante, che ha raccontato a Milano in conferenza stampa mentre presentava il suo nuovo album prodotto da Carosello Records.

«I ragazzi mi scrivono e si confidano. C’è chi ha il padre in carcere, chi ha problemi con il fidanzato, chi ha bisogno di consigli. Io non ho le risposte a tutto, ovvio, ma ho una grande responsabilità e sono un punto di riferimento per molte persone. Mi dicono: “Non sai quanto mi aiuti la tua musica”. Lo stesso che succedeva a me da giovane. A 14 anni non ero contento, per niente. E ascoltavo i miei idoli e mi sentivo meno solo. È importante, l’inclusione nel sentirsi escluso. Non sapere che sei da solo a soffrire ti aiuta a resistere ad andare avanti».

Killa si chiama così dal soprannome killer, perché nel freestyle batteva tutti. Ma poi ha aggiunto la melodia sulle rime ed è diventato un idolo delle ragazzine. Con il cd c’è anche una storia a fumetti con i disegni fatti da un disegnatore della Marvel. I testi li ha scritti lui. Il corto, con l’attore di “Suburra” Giacomo Ferrara, uscirà su you tube. Ovviamente sono entrambi in moto, ma ad Anzio, non a Como. È un film movimentato, anche ironico, con due figli angelo/diavolo e un padre a sorpresa. È un esperimento per testare un nuovo canale di comunicazione. Se funziona ci sarà una parte seconda.

Il tema dell’album, “Supereroe”, è dedicato a tutte le persone normali con i poteri straordinari, ovvero a tutti noi. «Ho pensato ai pompieri che rischiano la propria vita per salvare quelle degli altri, a medici, ma anche agli atleti che ci ispirano con le loro vittorie, a chi supera i momenti bui o anche alle madri come la mia che si sono spaccate la schiena lavorando per crescermi».

Anche se ha avuto una vita difficile da ragazzo, Killa ha sempre potuto contare sulla sua famiglia. A Sanremo gli hanno chiesto di cambiare una strofa di una canzone, ha detto no ed è rimasto a casa («Fa niente»). Va spesso in America. Proprio grazie ad amici americani ha avuto la richiesta di un featuring con 6x9, così è uscito “Dope”, un brano invidiatissimo dai colleghi. E chissà che un giorno non lo porti proprio qui, sul lago di Como. Di americano nell’album c’è anche il brano Donald Trump, ma visto che usa il suo muro come metafora dell’allergia delle radio per il rap, sarà più facile portare 6x9 a fare un giro sul lago.

Anna Savini

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