Il “re” Tullio Abbate
«Sul lago troppo caos,
ora in barca ho paura»

Ha vinto tutto guidando i bolidi sull’acqua: «Navigo da 60 anni, ma adesso sono preoccupato Tra catamarani, motoscafi e surf molte zone pericolose»

Con i bolidi d’acqua e, soprattutto, grazie alla velocità, ha messo in bacheca trofei e macinato record. Ma adesso Tullio Abbate, il “re” delle barche di lusso, che alle imbarcazioni e al lago dà del tu da più di sessantacinque anni (domenica prossima ne compirà 75), ammette di aver «paura».

«Se non c’è ancora scappato il morto - dice - è solo per un colpo di fortuna, perché il caos di mezzi è tale che il rischio di incidenti, anche gravi, è altissimo. Non si può più andare in alto lago, a Gravedona o a Colico perché ci sono i surf, pericolosissimi. Nel centro lago e nel primo bacino, invece, c’è una quantità di motoscafi enorme. E a tutto questo si aggiungono i ”maledetti” catamarani, che con il loro moto ondoso sfasciano le rive e si rischia anche che, qualcuno, si faccia male. Lo dico da sempre, ma le cose peggiorano». Uno sfogo, quello di Abbate, che non è l’unico a puntare il dito contro un lago che sta diventando sempre più simile a una tangenziale all’ora di punta.

«Non ci sono regole - aggiunge -. Io, in barca, ci vado da sessant’anni, già da quando ero piccolo arrivavo a Como a consegnarle. Ecco, oggi ho paura. A Cremia e Gravedona si va al minimo perché il rischio di travolgere un surf è troppo alto. E poi ci sono i turisti».

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