Il sarto di Porlezza sfida Armani
«Quella cravatta l’ho creata io»

Giovanni Spina ha visto la pubblicità sul giornale e ora vorrebbe almeno un grazie

Giovanni Spina, esperto sarto ha speso una vita spesa a creare modelli nuovi e accattivanti per la propria clientela.

Negli anni scorsi, sebbene già pensionato, aveva aperto ancora un laboratorio in via Garibaldi, è anche un appassionato di sport e nei giorni scorsi, sfogliando la Gazzetta dello Sport al bar, alla pagina 35 ha avuto un sobbalzo.

In una pubblicità di Armani, al collo della modella di turno ha visto una sua cravatta.

«Ho inviato una raccomandata ad Armani – esordisce – ma so già che non otterrò risposta. E pensare che per realizzare quella dovemmo lavorare per mesi, con l’aiuto di un meccanico, per mettere a punto la macchina da cucire. L’esperto commerciale era mio fratello e, dopo aver speso ben novanta milioni di vecchie lire per tre uscite pubblicitarie su Donna Moderna, lui venne portato via da una brutta malattia e il lancio della nuova cravatta per donna rimase in sospeso».

«Fin dagli anni ’30 la donna portava la cravatta, ma era quella da uomo – prosegue il sarto porlezzino – . A crearne una apposita per la donna è stato il sottoscritto. Quando venne a mancare mio fratello, proposi di cedere il brevetto a tutti i più importanti stilisti italiani, senza pretendere chissà cosa, ma nessuno mi ha mai risposto».

La cravatta di Armani e quella di Spina, in effetti, sembrano identiche, anche se è pur vero che non è così difficile proporre due cravatte somiglianti. Infatti quando Spina disse di vedere plagi in modelli di Valentino e Prada gli risposero che gli stilisti creano, non copiano.

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