Il servizio di veterinaria lascia Porlezza. «Ma non ci saranno disagi per gli utenti»

Il caso Il trasferimento a Tremezzina continua ad alimentare la discussione e le critiche. A tutti risponde il sindaco di Cerano, dirigente dell’Ats: «Quasi tutto viene fatto on line»

Il servizio veterinario viene trasferito da Porlezza a Tremezzo e non mancano dubbi e polemiche, come più volte raccontato in questi giorni su “La Provincia”. Era stato il sindaco di Cusino, Francesco Curti, a sollevare la questione, lamentando un disagio per gli allevatori del bacino che gravita sul Porlezzese, che sono in numero ben superiore a quelli della Tremezzina. Voci preoccupate, in realtà, erano pervenute anche nella sede Coldiretti di Menaggio: «Stiamo ricevendo telefonate di titolari di titolari aziende agricole che si dicono allarmati per questo trasferimento del servizio – dice il responsabile, Giuseppe Naimo – . Non ho i dati precisi sottomano, ma è appurato che il numero di allevatori e di capi di bestiame nel Porlezzese e relative valli è notevolmente superiore a quello presente in Tremezzina e nel circondario».

Anche la Cgil, per voce dello storico sindacalista lennese Renato Quadroni, auspica un confronto e si chiede cosa significhi il termine «razionalizzazione» applicato al caso specifico. Il significato cerca di spiegarlo Oscar Gandola, sindaco di Cerano d’Intelvi e dirigente veterinario dell’Ats Insubria: «A Tremezzo si è presentata la possibilità di riunire in uno stesso edificio i servizi sanitari di Villa Govone (Menaggio) e quello veterinario. Significa risparmiare sulle spese di gestione senza penalizzare l’utenza».

E ancora. «I veterinari – prosegue Gandola – continueranno a recarsi negli allevamenti in caso di necessità, mentre l’allevatore, grazie anche ai servizi informatici, oggi ha veramente sempre meno bisogno di recarsi negli uffici. I documenti possono essere trasmessi per via telematica e, per coloro che, per un motivo o per l’altro, non hanno accesso a un pc, rimangono comunque attivi uno sportello a Porlezza e uno a San Fedele Intelvi».

La scelta, insomma, a detta di Gandola, sarebbe stata ponderata e non avrebbe conseguenze negative per l’utenza: «Il disagio è emotivo – conclude il sindaco di Cerano – . Come avviene in occasione di cambiamenti, sulle prime sorgono dubbi e timori, ma ribadisco che in questo casi non si presenteranno disagi concreti». L’Ats Insubria, da parte sua, ribadisce alcuni concetti di fondo: «Il Dipartimento veterinario si sta uniformando alle normative vigenti in merito alla razionalizzazione dei servizi – zi legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa – . La sua organizzazione è volta a fornire prestazioni mirate rispetto a richieste specifiche, su appuntamento. In concreto la presenza dei veterinari rimane assicurata in modo capillare, in base alle esigenze dei richiedenti. Ats Insubria conferma anche la disponibilità a proseguire il dialogo con il territorio, assicurando eventuali e ulteriori chiarimenti diretti».

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