La casa dei bambini
Progetto di rinascita
nel pastificio Castelli

Un appartamento per famiglie in difficoltà. La Fondazione Scalabrini ha acquistato l’immobile Il ricordo dei quattro bimbi morti in via per San Fermo

La speranza oltre la tragedia. La Casa dei Bambini non è più solo un progetto: da oggi ha muri e fondamenta solide. I muri e le fondamenta di un pezzo di storia della città di Como, che rinasce. Così come la Fondazione Scalabrini vorrebbe succedesse alle famiglie che abiteranno l’appartamento voluto per ricordare Soraya, Saphiria, Siff e Sophia, i quattro bimbi morti nel rogo di via Per San Fermo appiccato dal loro papà.

«Quella tragedia ci ha messi in difficoltà in tanti modi diversi» è il commento di Francesca Paini, presidente della Fondazione Scalabrini, mentre presenta ufficialmente l’appartamento acquistato nell’ex pastificio Castelli di via Pastrengo, in zona caserma. «A quella tragedia abbiamo deciso di reagire e questa casa è il frutto di quella reazione».

L’appartamento è in costruzione, così come l’intero edificio al centro di un progetto di recupero, e verrà pronto non prima di dicembre. Allora «a disposizione della città ci sarà, in modo permanente, una casa che potrà ospitare ogni anno una famiglia in difficoltà - prosegue ancora Paini - Un luogo in grado di restituire speranza a cinquanta persone in dieci anni. Famiglie che avranno una possibilità di riprendersi in mano la propria vita» senza l’incubo della casa.

Inizialmente l’idea era comprare l’appartamento di via Per San Fermo teatro della strage dello scorso ottobre: «Ma abbiamo deciso di voltare pagina» è la spiegazione di Anna Veronelli, una dei membri del comitato dei garanti del progetto. Ancora Francesca Paini: «Abbiamo scelto questa soluzione perché è in un contesto sociale, vicina alle scuole, vicina ai mezzi di trasporto, con spazi esterni e con vicini di casa con cui condividere momenti e spazi».

«L’ex pastificio Castelli - spiega Bruno Rampoldi, direttore del Consorzio Abitare, che si sta occupando della ristrutturazione - rappresenta un pezzo di memoria per Como. Ha ospitato un mulino prima, un monastero di suore poi. Quindi nel Novecento prima ospitava i laboratori del pane per la caserma e nel primo dopoguerra è diventato un pastificio». Un luogo abbandonato alla fine degli anni Ottanta e diventato, a cavallo tra la fine dello scorso secolo e il Duemila, rifugio per persone in difficoltà. «Nell’ex pastificio - è il commento di uno dei progettisti, l’architetto Michele Roda - abbiamo ricavato una ventina di appartamenti, dal monolocale al loft di 130 metri quadri, più spazi per associazioni e terziario».

Tornando alla Casa dei bambini, la Fondazione Scalabrini ha raccolto ad oggi il 10% dei fondi necessari per acquistare l’appartamento «e abbiamo già impegno per 60mila euro». Proprio ieri mattina otto professori dell’istituto Pessina, che sono andati in pensione alla fine dell’anno scolastico, hanno annunciato di aver chiesto ai colleghi di evitare regali, ma di fare un’offerta alla Fondazione: dopodomani saranno consegnati mille euro. Anche l’associazione La Stecca ha aderito al progetto: «Da settembre organizzeremo eventi per contribuire alla raccolta fondi» dice il presidente Marco Malinverno. Per chi vuole dare una mano ecco i conti corrente della Fondazione della Comunità Comasca: Poste italiane (iban IT23 U076 01109 00000 021010269), Bcc Alta Brianza (IT61 B08329109 0000 0000300153), Cra Cantù (IT96 U0843 0109 00000 000260290), Bcc di Lezzeno ( IT73 V086185141 00000 00008373), Unicredit filiale di Como Cavour (iban: IT86 P02008109 00000102337656), Banca Prossima ( IT92 J033590 1600100 000128362). Fondamentale indicare la causale: “la casa dei bambini”.

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