La “casa galleggiante”
tesoro da custodire
Al via il restauro del Fai

Tremezzina La barca è in cantiere, pronta per il 2020

Narrano le cronache dell’epoca (fine anni ’50) che la Velarca - la casa-barca ormeggiata all’interno del canale dell’isola Comacina a Ossuccio - fu pensata come risposta nautica alla Torre Velasca, il grattacielo simbolo di Milano.

Per questo i coniugi Aldo e Maria Luisa Norsa si rivolsero al medesimo studio di architettura milanese. Il risultato? Una casa-barca con tre cabine, cucina e bagni, ma anche da un salotto-sala da pranzo, uno studiolo e perfino un piccolo guardaroba.

Nel 2011, dopo mezzo secolo «di piacevoli e galleggianti villeggiature» la Velarca è stata donata dai coniugi Norsa al Fai. E a metà settimana, il Fondo Ambiente Italiano ha annunciato l’inizio dei lavori di restauro della casa-barca, destinata a costituire con Villa del Balbianello e la Torre del Barbarossa un trittico di meraviglie Fai.

L’obiettivo è riportare a “casa” e cioè nella Zoca de l’Oli la Velarca nel 2020, anno in cui si festeggia un anniversario importante a Tremezzina: i 100 anni dalla donazione o meglio dalla restituzione all’Italia (attraverso un ente morale) dell’isola Comacina da parte della corona del Belgio. Solo un anno prima, nel 1919, l’isola era stata donata a re Alberto I del Belgio. Corsi e ricorsi storici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA