La Croce Rossa piange Ferruccio
«Gran lavoratore, amico di tutti»

Gravedona: avrebbe compiuto 58 anni Storico soccorritore del presidio che lo ricorda: «Volontario per vocazione»

Alla fine non ce l’ha fatta. Ferruccio Bordessa, storico soccorritore in forza alla Croce Rossa di Menaggio, è l’ennesima vittima del coronavirus.

Avrebbe compiuto 58 anni il 28 maggio prossimo e da una decina di giorni era ricoverato all’ospedale di Gravedona. Pareva ce la potesse fare, ma sono subentrate all’improvviso delle complicazioni e il cuore no ha retto. C’è unanime cordoglio a Garzeno come a Gravedona, dove la vittima viveva assieme alla moglie, Lara, dipendente della casa di riposo Falck di Dongo. Ma un velo di dolore è calato anche sul presidio Cri di Menaggio, dove dipendenti e volontari hanno sperato fino alla fine di poterlo rivedere in sede con la divisa. «Era stato assunto quando ero io presidente all’inizio del nuovo millennio – ricorda Renato Minighini, responsabile del presidio fino a due anni fa – Una persona meravigliosa, che io conoscevo bene anche al di fuori del lavoro, assieme a sua moglie Lara, per anni volontaria della Croce Rossa di Domas»».
Anche Giovanni Costantino, attuale consigliere della Croce Rossa, non riesce a trattenere l’emozione: «Ho iniziato a fare il volontario con Ferruccio nel 1994 – racconta – . Erano i primi anni di 118 e ricordo che restavamo anche una settimana intera in sede per coprire i turni senza mai rientrare a casa».

Bordessa era a casa da qualche tempo per smaltire le ferie accumulate. Non ha contratto il virus, insomma, sul lavoro. Si era ammalato una ventina di giorni fa, ma dapprima era rimasto a casa; ricoverato poi in ospedale, era stato trovato positivo e, come, detto, negli ultimi giorni ha avuto un tracollo. La salma verrà cremata a Sondrio nella giornata odierna. (Gianpiero Riva)

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