L’antico rito della transumanza
Anche sotto la neve ( VIDEO )

Le mucche dell’azienda di Cusino scendono a valle

Già di sé l’antico rito della transumanza è un qualcosa di spettacolare per chi vi partecipa e per chi l’osserva da lontano o da vicino. Fatta sotto la neve - caduta la scorsa settimana - ai 1800 metri dell’Alpe di Aigua, 300 metri d’altezza sopra l’Alpe di Rozzo, è un qualcosa che resta impresso nell’immaginario collettivo.

Foto e video - inviate a “La Provincia” - sono davvero efficaci. L’azienda agricola è quella di Simona Maffioli che ha corredato quest’ultima parte di transumanza - una quarantina di vacche, razza grigio alpina - con una frase ad effetto abbinata ad un post affidato ai social: «Si torna a casa. C’è chi lo chiama rumore, ma per molti di noi è una musica piena di gioia che riporta alla mente ricordi bellissimi».

Il concetto di fondo è proprio questo e cioè che la transumanza riporta alla mente il periodo d’oro in cui le montagne erano curate in ogni loro sfaccettatura, preservandole così dall’abbandono e da episodi - che purtroppo si sono moltiplicati negli ultimi tempi - di dissesto idrogeologico. Dall’Alpe di Aigua, la transumanza si è conclusa nella stalla di Corrido dove i capi di bestiame - 150 in tutto - trascorreranno l’inverno. Una quindicina i chilometri percorsi tra gli sguardi incuriositi dei residenti e passaggi spettacolari come quello lungo il ponte del Saltone a Carlazzo. (Marco Palumbo)

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