Lo sospettano dell’omicidio del fratello
Dal lago forse ha raggiunto la Svizzera

Le telecamere di Quarto Grado sono tornate sul lago sulle tracce del giovane napoletano, Si sospetta che sia passato in Svizzera dai monti sopra Garzeno

Un piano alternativo. Ormai gli inquirenti sembrano non avere più dubbi. Luca Materazzo, il 36enne della “Napoli bene” indagato per l’omicidio del fratello Vittorio - ucciso con oltre 30 coltellate la sera del 28 novembre scorso sotto casa nel rione di Chiaia - avrebbe puntato deciso il lago di Como per far perdere (da lì) le proprie tracce. Poi però - come ben spiegato l’altra sera dall’inviato di “Quarto Grado” Simone Toscano nel corso di un lungo e dettagliato servizio - qualcosa avrebbe fatto cambiare idea a Luca Materazzo che - attraverso il passo San Jorio - avrebbe puntato deciso la vicina Svizzera.

La ricostruzione

Tanto che alla trasmissione di Rete 4 sono giunte segnalazioni che collocano il trentaseienne partenopeo addirittura a Ginevra. Cosa o chi ha fatto cambiare programma a Luca Materazzo? Su tutti il fatto - come rimarcato da “Quarto Grado” - di non essere riuscito a contattare la sorella che abita a Gravedona («Sono tre anni e mezzo che non lo sento», ha affermato con toni garbati, ma decisi la donna nella puntata della scorsa settimana). E così dopo aver girovagato a Dongo («Questo ragazzo l’ho visto qua al lago», ha detto con tono deciso un residente del Comune altolariano), Luca Materazzo avrebbe puntato le vette tra Gravedona e Garzeno per raggiungere il Distretto di Bellinzona: 2 ore e mezzo abbondanti di cammino dai 2000 metri del San Jorio sino a Carena, snodo per autobus e treni per il Ticino e i Cantoni interni.

Difficile pensare che il trentaseienne napoletano - braccato dalla Squadra mobile partenopea guidata da Fausto Lamparelli - abbia potuto fare tutto da solo. Impossibile trovare il sentiero per il passo che fa da trait d’union tra Italia e Canton Ticino senza opportune indicazioni e senza una guida esperta. Ad oggi - fanno sapere dal capoluogo partenopeo - sono numerosi gli avvistamenti di Luca Materazzo nel Nord Italia, che peraltro non avrebbe avuto grosse somme di denaro a disposizione al momento della fuga (altra circostanza che aggiunge nuovi misteri alla vicenda).

Ora le indagini si concentrano su Ginevra, sempre tenendo come punto di partenza Dongo. “Dove può essere andato Luca Materazzo?”, si è chiesto l’inviato di “Quarto Grado” una volta giunto in vetta al San Jorio. Nessun dubbio. Si è diretto in Svizzera, lungo questo pendio che - al momento della fuga - presentava tratti di terreno coperti da neve ghiacciata.

A ritmo serrato

Le indagini proseguono a ritmo serrato. Di certo, l’inchiesta di “Quarto Grado” - programma cult del venerdì sera di “Rete 4” condotto da Gianluigi Nuzzi e Elena Tambini - sta portando alla luce nuovi e importanti dettagli. Vicenda segnata anche da un altro lutto: la morte di Lucio Materazzo, papà di Luca e Vittorio, imprenditore edile napoletano trovato morto nel luglio del 2013 nella sua casa di viale Maria Cristina di Savoia. «Mio padre l’hanno ucciso», così Vittorio Materazzo. Un anno dopo, la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo su quella che inizialmente era stata archiviata come “morte naturale”. Poi, l’omicidio di Vittorio Materazzo e la “caccia all’uomo” da parte della Squadra mobile partenopea, che oggi si concentra tra due laghi: quello di Como e quello di Ginevra.

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