Menaggio, branco sotto accusa
Quattro giovani ai domiciliari

La decisione della Cassazione per stalking, lesioni e danneggiamento

È un «branco». Capace di reati «di notevole gravità». Le cui vittime sono persone «in condizioni di disagio e di minorata difesa». Prese di mira anche con azioni «preordinate». La corte di Cassazione conferma la pericolosità dei protagonisti di mesi di bullismo compiuti in quel di Menaggio e così, domenica 10 aprile, i carabinieri della stazione di Menaggio e del nucleo operativo Radiomobile, nonché i carabinieri di Tremezzina, hanno eseguito quattro misure cautelare agli arresti domiciliari per altrettanti giovani.

Sono finiti sotto custodia, con l’accusa di stalking e, per alcuni di loro, anche di lesioni e danneggiamento aggravato, un giovane di 22 anni di San Siro, altri due di 23, anni e 21 anni residenti a Menaggio, e un quarto giovane di 22 anni di Porlezza. Ma sotto accusa (ma non sono ai domiciliari) sono finiti anche altri due giovani di Menaggio e un ventenne di San Siro.

L’inchiesta dei carabinieri prende il via nel settembre 2019, quando un lavapiatti straniero venne aggredito sulla Regina e colpito con un’ombrellata alla testa da un’auto in transito, mentre pedalava sulla sua bici. Secondo i carabinieri ad aggredirlo sarebbero stati tre dei quattro finiti ai domiciliari. La Procura - l’indagine è stata coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Rose - aveva ordinato la perquisizione a casa dei tre giovani. I carabinieri avevano sequestrato i loro smartphone nella cui memoria sono stati trovati video che hanno portato ad accuse ben più gravi. Con atti di presunto bullismo cominciati - secondo l’accusa - fin dal 2017 quando un disabile sarebbe stato preso di mira dalla banda (nei video si vedono due indagati colpirlo in piazza con un cono di gelato, altri quattro imbrattargli il giubbotto con dello spray e usarlo come posacenere, un paio lanciargli contro dei petardi, e poi insulti e botte). Anche prima sarebbero cominciate le asserite persecuzioni nei confronti di un altro disabile, ausiliario della sosta, perseguitato fin dal 2015 (preso a schiaffi, deriso e perseguitato pure a casa sua). All’elenco si aggiungono poi le aggressioni ad altre due persone, che a verbale hanno raccontato la paura a girare per Menaggio.

Sulle loro chat di Whatsapp gli indagati si erano autoproclamati appartenenti a una fantomatica “Lega per la giustizia”. La Procura aveva già chiesto per sei di loro un provvedimento cautelare, negato dal giudice delle indagini preliminari. Ma il Riesame (i virgolettati all’inizio dell’articolo sono riferiti proprio ad alcuni passaggi di quel provvedimento) aveva clamorosamente ribaltato il verdetto, sottolineando la gravità degli episodi e il pericolo sia di reiterazione del reato che di inquinamento delle prove. I legali dei giovani avevano presentato ricorso in Cassazione, ma anche a Roma i giudici hanno ritenuto il pronunciamento del riesame corretto. E così, ieri mattina, è arrivato l’ordine di esecuzione per i quattro ragazzi che si trovano adesso agli arresti domiciliari.

(Paolo Moretti)

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