Menaggio, morì in moto
contro il cantiere in galleria
Il giudice assolve tutti

Dopo otto anni arriva la sentenza sull’incidente che ha ucciso Diego Bordoli Secondo la Procura lavori segnalati male. Secondo il Tribunale tutto ok

Per otto anni hanno atteso di conoscere le sorti di quella terribile accusa: l’aver causato la morte di un motociclista. Ieri mattina il giudice ha assolto tutti quanti. Nessuno colpevole per la tragedia che ha posto fine alla vita di Diego Bordoli, 38 anni, dipendente della Navigazione Laghi. Il 26 marzo 2012 l’uomo si era schiantato in moto contro le barriere di un cantiere all’ingresso della galleria Loveno, a Menaggio, mentre percorreva la statale Regina, di ritorno a casa dopo la giornata di lavoro.

Un incidente terribile, nel quale Bordoli riportò lesioni gravissime. I medici lo portarono all’ospedale di Gravedona, dove per quattro mesi lottò contro la morte. Non si riprese mai dal coma. Fino a quando, il 29 luglio, si è arreso.

Dopo la morte la Procura aprì un fascicolo per omicidio colposo (all’epoca l’omicidio stradale non era ancora entrato in vigore). Il magistrato iniziò così a ricostruire la dinamica dell’incidente.Secondo la relazione finale delle forze di polizia, il motociclista dopo avere percorso la prima delle gallerie di quel tratto di Regina, il tunnel “Crocetta”, finì dritto contro la segnaletica provvisoria collocata all’ingresso del secondo tunnel, quello di Loveno, appunto.

Secondo il pubblico ministero quel cantiere non era adeguatamente segnalato. E la morte di Bordoli poteva essere evitata, lo fosse stato. Una tesi che, ieri mattina, non è però stata accolta dal giudice Valeria Costi, che ha così assolto tutti gli otto imputati.

L’articolo completo su La Provincia di sabato 11 gennaio

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